Alla manifestazione svoltasi a Bologna per lo sciopero generale del 29 novembre scorso, Maurizio Landini, segretario della Cgil, al corteo ha dichiarato, come ci informa il Corriere: “Vogliamo rivoltare il Paese come un guanto”, per supposti fini redistributivi.
Caro Landini, è lo Stato che dovresti voler rivoltare come un pedalino sdrucito, per ridurre gli sprechi, le strutture inutili, che assorbono risorse private che vengono distolte da investimenti e per aumentare la produttività, elementi fondamentali per creare la ricchezza, unico modo per distribuirla tra chi partecipa al processo produttivo, e sostenere chi da tale processo è escluso per motivi diversi.
La ricchezza va prima prodotta perché, senza scomodare Margaret Thatcher o qualche economista premio Nobel, i soldi pubblici non esistono; prima di distribuire o ridistribuire i soldi prelevati ai contribuenti per il tramite del sistema di tassazione generale, occorre generare quei redditi, precondizione di distribuzione.
Tutto questo Landini, e con lui tanti benpensanti della sinistra, liberal e socialisti di ogni risma, pensano non sia necessario; forse sono degli epigoni di Pinocchio che credono ancora al gatto e la volpe che promettevano la proliferazione degli zecchini sotterrati.
C’è soltanto un modo per generare benessere: solo riducendo la spesa pubblica, l’intervento pubblico e la pervicace influenza dello Stato nella miriade di affari dei privati che farebbero meglio e prima senza Stato. Senza la nanny che pretende di prendersi cura, dalla culla in poi di ogni aspetto della vita dei cittadini, risultando spesso soffocante e sicuramente poco efficiente ed efficace nel produrre ricchezza, ed abile solo nel prelevarla dalle tasche dei cittadini per poter poi gestire ed accrescere così il proprio potere attraverso il consenso.
Non è un caso che uno dei fattori di mancato investimento da parte di investitori stranieri sia la mancanza di certezza dei tempi delle autorizzazioni, dei tempi biblici per ottenere una sentenza da un tribunale civile, per il cambio delle regole in corso, per l’inaffidabilità del sistema dei servizi pubblici, l’eccessiva proliferazione burocratica ad ogni livello e la tassazione che raggiunge le vette delle classifiche mondiali.
No, caro Landini, hai sbagliato obiettivo, non devi rivoltare il Paese che non ha nessuna intenzione di farsi rivoltare da te, ma dovresti farlo nei riguardi di quel socio occulto di ogni persona fisica e giuridica che lavora per lui per oltre la metà del tempo che lavora.
Ma così perderesti iscritti (la Cgil è tra i sindacati più forti nella Pubblica amministrazione) e quindi potere, mentre quelli che generano ricchezza e offrono posti di lavoro non si iscrivono al sindacato e non hanno nemmeno il tempo per scioperare.
Fa davvero rabbrividire che ad un quarto di secolo del terzo millennio ci siano leader che pensano di poter utilizzare efficacemente un armamentario lessicale degno del periodo più becero e buio della storia di questo Paese, quello del terrorismo, in cui si utilizzavano termini violenti, pronunciati con toni violenti e concitati.
Confidiamo nel Governo, che non ascolti questa sirena rivoluzionaria, ma proceda a rendere ai cittadini sempre maggiori spazi di libertà, entro cui intraprendere, creare ricchezza e far uscire dalla povertà i tanti che oggi si illudono di ottenere con la rivoluzione, quando otterrebbero molto di più con la propria iniziativa economica.
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Aggiornato il 06 dicembre 2024 alle ore 17:15