Passata la festa, gabbato lo santo

Ieri, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è stata una profusione di articoli, servizi, commenti non solo sulle donne uccise in Italia nel 2024, ma soprattutto sulla mostruosità del maschio. Neanche uomo. Ovviamente bianco ed etero, per lo più.

Il giorno prima, vari collettivi di neo-pseudo-femministe tra cui “Non una di meno”, hanno indetto una manifestazione nella quale, per evidenziare la loro lotta alla violenza di genere, hanno prima bruciato la fotografia del ministro Valditara – reo di non riconoscere i pericoli del patriarcato – per poi apostrofare lui e la premier Meloni come “stupratori”.

Alcune manifestanti hanno dichiarato: “Come femministe e transfemministe sappiamo da che parte stare: dalla parte della resistenza palestinese, curda, iraniana, libanese. La rivoluzione sarà transfemminista, intersezionale, decoloniale o non sarà”. Altre, sempre sullo stesso tono, a ridosso della sede Fao, hanno dichiarato: “Non esisterà la liberazione delle donne senza la liberazione della Palestina. Agitate le chiavi per le donne palestinesi. Queste chiavi che rappresentano l’oppressione e la distruzione delle loro case”.

Care donne, da donna mi arrogo anche io il diritto di esprimere la mia opinione e vorrei dirvi che: 1) non si combatte la violenza con altra violenza.

2) Alimentare la teorica quanto sterile guerra tra i sessi non farà che acuire la violenza di genere sia da un lato che dall’altro perché, è bene sottolinearlo, esiste anche la violenza delle donne nei confronti degli uomini.  

3) La parità di diritti vale per tutti o per nessuno. Fino a che continuerete a giustificare la violenza ai danni delle donne israelite, per esempio, non sarete mai credibili.

4) Per sostenere le donne palestinesi bisogna lottare contro Hamas in primis. Pensiamo ai diritti invece di far finta di fare una geopolitica ideologizzata.

5) Se pensate che con queste manifestazioni stiate sostenendo anche la causa delle donne iraniane, bisogna che vi rendiate conto che quelle che possono scappano in Paesi occidentali. Che ovviamente non sono perfetti, ma sarebbe il caso di chiedere a loro cosa sia il vero patriarcato. A loro o alle donne afghane, che non possono più neanche studiare.

6) Ma che diavolo fate gli altri 364 giorni all’anno, oltre a pretendere di imporre una neolingua capace solo di incasinare i cervelli dei più giovani e allontanare tutti gli altri da argomenti che, se non ideologizzati, sarebbe fondamentale dibattere?

Da donna vorrei dissociarmi da queste posizioni. Da donna, mi sento offesa e presa in giro. Da donna, vorrei poter avere un confronto con chi la pensa diversamente da me senza per questo essere accusata di razzismo, maschilismo e quant’altro.

Da donna, vorrei vedere che le donne riescono a rispettare una loro “sorella” anche quando sono totalmente in disaccordo. Iniziate a non insultare gratuitamente la nostra premier, per esempio. Che, anche se non vi piace, sempre donna è. E vorrei tanto che qualcuna di voi “illuminate” riuscisse a spiegarmi perché la violenza nei suoi confronti non solo è tollerata ma anche fomentata. Non un giorno, ma 365 all’anno.

Ecco, quindi, qual è forse il punto: se volete, fate pure casino un giorno all’anno, ma tutti gli altri evitate di prendere per i fondelli voi stesse ed il resto del mondo. Perché siete proprio voi che, così facendo, sminuite le donne. Tutte.

Aggiornato il 26 novembre 2024 alle ore 14:24