Carlo Nordio auspica “un dialogo franco e fruttuoso” con le toghe. A dirlo, intervistato dal Corriere della Sera, è il ministro della Giustizia. Interpellato sulla denuncia dell’Anm relativa a presunti attacchi mirati ad assoggettare i giudici alla politica, il Guardasigilli dichiara di sentirsi ancora parte della magistratura. “Non esistono magistrati sgraditi. Come spero non esistano, per i magistrati, politici sgraditi”. Nordio afferma: “Non capisco da dove traggano questa convinzione. Mi attendo argomentazioni logiche, non slogan folcloristici”. Quanto alla separazione delle carriere, dice: “Esiste in tutti i Paesi democratici che hanno introdotto, come noi, il codice accusatorio. Inglesi e americani ci ridono dietro quando diciamo che è un attentato all’indipendenza del giudice”. Il magistrato è libero di manifestare o no? “Libero, ma vincolato dall’imparzialità che deve manifestare al cittadino”, risponde Nordio. “Se un giudice definisce pericoloso il presidente del Consiglio, la credibilità sua, e di chi lo difende, cade a zero”.
D’altro canto, Francesco Paolo Sisto è promotore di una “visione americana” della giustizia. “Ai parlamentari democraticamente eletti spetta il compito di rappresentare il popolo italiano, non ai magistrati”. A dirlo, intervistato da Repubblica, il viceministro della Giustizia. “Se qualche sparuta minoranza nella magistratura volesse interpretare il ruolo di sorvegliante etico del Governo Meloni e del Parlamento democraticamente eletto saremmo di fronte ad una inaccettabile ingerenza negli equilibri costituzionali. I magistrati pronunciano solo sentenze in nome del popolo italiano, ma non lo rappresentano. Questa legittimazione spetta ai parlamentari eletti con il voto politico”. Quanto all’Anm che ha trasmesso un documento al Csm affinché intervenga a tutela dell’indipendenza della magistratura, Sisto dice: “Niente di più lontano dal vero. E mi spiace che si sia giunti a questo punto. Non ho mai creduto nelle guerre di religione fra politica e magistratura, perché le spese le fa sempre e solo il cittadino. Le riforme in materia di giustizia di questo governo sono state scritte esclusivamente con questa filosofia”.
Naturalmente l’opposizione ha un’idea opposta sulla giustizia. Per Debora Serracchiani, intervistata da Repubblica, il disegno ultimo di questo Governo è “senz’altro l’assoggettamento del potere giudiziario all’Esecutivo”. Per la deputata e responsabile Giustizia del Pd, “è un metodo di altri regimi. Fanno così: non gli piace il giudice come decide? E lo cambiano. Non gli piace il dissenso in piazza? E approvano il pacchetto sicurezza. Non gli piacciono le indagini troppo stringenti? E ne indeboliscono gli strumenti”, aggiunge. Per Serracchiani, “il Governo e questa maggioranza hanno deciso di portare avanti un conflitto totale con la giurisdizione e la magistratura. Chi non si adegua viene bastonato”. E attacca: “C’è il tentativo sistematico di prendere a spallate la Costituzione, in quei punti in cui la Carta non è congeniale alla loro idea di esercizio di potere senza controllo”.
Aggiornato il 18 novembre 2024 alle ore 15:48