L’impedimento della gravidanza

Federica Tartara, avvocato del foro di Genova, è finita al centro della cronaca (in qualche modo giudiziaria) per una vicenda accadutale di fronte alla dottoressa Ilaria Sichirollo, giudice del tribunale di Venezia.

Essendo al nono mese di gravidanza, l’avvocato Tartara ha chiesto il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento così come del resto previsto anche dal Codice procedura penale all’art 420ter comma 5bis. E del resto, aggiungiamo noi, compiere il viaggio tra il capoluogo ligure e la città lagunare non è proprio la cosa più indicata per chi è, appunto, al nono mese di gravidanza.

Il Cpp prevede altresì che “il difensore che abbia comunicato prontamente lo stato di gravidanza si ritiene legittimamente impedito a comparire nei due mesi precedenti la data presunta del parto e nei tre mesi successivi ad esso”.

Tutto risolto? Manco per niente perché il giudice ha respinto la richiesta dell’avvocato Tartrara, ha svolto ugualmente l’udienza ed ha anche condannato a due anni di reclusione i suoi due clienti.

“Oggi ‒ ha scritto sui social l’avvocato genovese ‒ è successa una cosa che ritengo gravissima per la mia professione: avevo udienza penale a Venezia e avendo il parto previsto tra circa 3 settimane ho chiesto il rinvio per legittimo impedimento cosi come prescritto espressamente dal nostro cpp per le donne in gravidanza. Il giudice (donna) ‒ stigmatizza la legale genovese‒- non me lo ha concesso obbligando il collega che avevo delegato a discutere un processo di cui non conosceva gli atti e condannando gli imputati. Se un giudice non è più sottoposto neppure al codice dove finiremo? Una donna avvocato non ha neppure il diritto di evitarsi una gravosa trasferta alla 36 settimana di gravidanza?”.

Aggiornato il 16 novembre 2024 alle ore 11:10