Tommaso Foti sottolinea che sulla Legge di Bilancio non ci sono molti margini. “Sappiamo bene che per il 97/98 per cento la Manovra è quella, e non si tocca. Per il resto qualcosa si può modificare o migliorare. Ma appunto, ci diamo un limite. Non credo nemmeno che tutti i miei deputati presenteranno ciascuno due emendamenti”. Lo afferma il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia intervistato dal Corriere della Sera, dopo l’invito ai 117 deputati del suo partito a non presentare più di due emendamenti ciascuno alla Manovra. Dalle numerose richieste dei singoli partiti, per Foti, si esce “sapendo che questa è una Manovra estremamente equilibrata che già contiene molte richieste dei singoli partiti”. Ora “piantare bandierine è un fondamentale errore di impostazione. Lo è sempre, ma tanto più in una Legge di Bilancio così solida ed equilibrata. La vera partita che ci aspetta come maggioranza è fare quadrato su questa manovra, non cercare qualche vetrina. Il nostro capitale, il nostro fatturato politico è portare a casa una Finanziaria seria. Che aiuti gli italiani. Non fare battaglia per questa o quella categoria specifica. Il taglio del cuneo riguarda, lo ricordo, 11 milioni di italiani”. Foti sottolinea: “Per me il taglio delle tasse resta il punto cruciale per dare impulso all’economia, perché significa maggiore capacità di spesa e quindi aiuto a chi produce”.
Intanto, Dario Damiani rivendica che “Forza Italia ha sostenuto con convinzione il concordato preventivo biennale, uno strumento utilissimo per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti di un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, basato sulla collaborazione e sulla trasparenza anziché, come è stato per troppi anni, sulla vessazione e sul sospetto. In quest’ottica, auspichiamo che si trovi una soluzione efficace per la riapertura dei termini del concordato, così da consentire a quanti più soggetti interessati possibile di cogliere questa opportunità – dichiara il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione bilancio a Palazzo Madama – Si tratta di individuare lo strumento migliore per intervenire e probabilmente la soluzione più efficace è quella di un decreto-legge, immediatamente esecutivo, da far confluire poi con un emendamento all’interno della Manovra finanziaria o del decreto fiscale. Siamo al lavoro con i nostri alleati per studiare la strada migliore”.
Aggiornato il 05 novembre 2024 alle ore 18:43