Il decreto Salva casa è legge

Esulta il vicepremier Matteo Salvini, storce il naso il presidente dei senatori del Partito democratico, Francesco Boccia – “è l’ennesimo condono” che premia i più furbi – ma resta il fatto che con 106 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto il decreto Salva casa è legge. Questo il responso dall’Aula di Palazzo Madama. Il provvedimento, che prende corpo dall’iniziativa del leader del Carroccio, inserisce norme urgenti per la semplificazione sia edilizia che urbanistica.

Nel dettaglio, il senatore leghista Roberto Marti spiega: “Il decreto Salva casa, fortemente voluto dal vicepremier Salvini e approvato al Senato, è un provvedimento di buonsenso, che agevola la realizzazione di investimenti e la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente. Una misura – continua – che sostiene la ripresa economica e produttiva del nostro Paese. E che va incontro alle richieste e alle esigenze di tanti italiani: meno pratiche che ingolfano gli uffici e sblocco della situazione di stallo del mercato immobiliare”. Dopodiché, illustra i principi cardine: “Semplificazione, sburocratizzazione e salvaguardia della casa, bene primario. Con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e con la Lega, si semplifica la vita a cittadini e amministratori comunali”.

Salvini, dal canto suo, afferma: “Sono giornate intense. Abbiamo chiuso il cosiddetto Salva casa, ma riguarda l’edilizia privata a 360 gradi. La burocrazia è abituata a certe resistenze, si passa dall’istituto barbaro del silenzio-rigetto a carico della Pubblica amministrazione al silenzio-assenso. Penso sia proprio di un Paese civile, dove la Pubblica amministrazione è a servizio dei cittadini, non il contrario. Penso che rimettere sul mercato alcuni milioni di abitazioni sia importante”.

COSA CAMBIA CON IL DECRETO SALVA CASA

Ma cosa cambia con il decreto Salva casa? Questi i punti salienti:

mutano i “paletti” che consentono a un immobile di essere “abitabile” per una persona o per una coppia. Ad esempio, se parliamo dei monolocali – con un unico inquilino – la metratura minima va da 28 a 20 metri quadri. Per quelli in cui dove troviamo una coppia, il limite minimo scende da 38 a 28 metri quadri. Nuove misure pure per le altezze dei soffitti nelle abitazioni: da 2,70 metri a 2,40 metri;

semplificazione a livello burocratico per alcuni lavori previsti nelle residenze. Quindi, sarà possibile installare pompe di calore fino a 12 kilo watt e poi eliminare barriere architettoniche, senza richiedere alcun permesso. Medesimo discorso circa l’installazione delle vetrate panoramiche amovibili e trasparenti, delle tende a pergola o biodinamiche;

in merito agli interventi compiuti fino al 24 maggio di quest’anno, c’è una soglia di tolleranza. Nel senso: se tali lavori non dovessero rispettare le misure indicate e autorizzate dal progetto (altezza, cubatura della superficie protetta, distacchi), non saranno una violazione edilizia. Per inciso, le soglie di tolleranza sono: 6 per cento se l’abitazione non va oltre i 60 metri quadrati; 5 per cento superfici che oscillano tra i 60 e i 100 metri quadrati; 4 per cento per superfici tra i 100 e i 300 metri quadrati; 3 per cento per superfici tra i 300 e i 500 metri quadrati; 2 per cento per le superfici superiori a 500 metri quadrati;

passando ai condomini, possibili difformità edilizie delle parti comuni non graveranno più su proprietà esclusive (o viceversa). Nell’ipotesi in cui in cui uno dei due spazi presentasse delle irregolarità, i proprietari degli immobili potranno cambiare o riqualificare gli spazi che sono in regola;

infine, il tema della “doppia conforme” in relazione agli abusi minori. Per sanarli, basterà che l’intervento si presenti in conformità con la disciplina urbanistica esistente al momento della domanda (quindi, non con regole e dettami vigenti al momento della realizzazione dell’abuso).

Aggiornato il 25 luglio 2024 alle ore 15:01