“Credo che con oggi Ecr diventerà il terzo gruppo al Parlamento europeo. Basta solo aspettare. Ma credo che supererà nei numeri Renew Europe”. Questo il pensiero di Nicola Procaccini, in quota Fratelli d’Italia e co-presidente dei Conservatori europei. In un’intervista al Corriere della Sera, spiega: “Noi da mesi cerchiamo di crescere in maniera tale da pesare di più nel Parlamento di luglio. Ma l’obiettivo è crescere con coerenza, non solo nei numeri ma nella condivisione di programmi. Se aderiranno a Ecr gli ungheresi di Fidesz e di Viktor Orbán? Al momento non hanno fatto richiesta – spiega – è una cosa che valuteremo allora. Sapendo che per alcune delegazioni quell’adesione sarebbe un problema”.
Il punto, per Procaccini, “è la posizione rispetto al conflitto in Ucraina. Noi vogliamo crescere con un indirizzo politico chiaro. Noi abbiamo dei punti fermi, tra cui la questione russo-ucraina. Se è vero che Orbán si è dimostrato più ragionevole di come di solito viene dipinto, non possiamo però negare il peso della questione. Pensi ai finlandesi che hanno aderito alla Nato un anno fa… Le posizioni sono diverse”.
Il presidente del Ppe (Partito popolare europeo, ndr) Manfred Weber, prosegue Procaccini, “descrive una realtà oggettiva. In campagna elettorale un elemento decisivo è stata la critica agli eccessi radicali del green deal. Che si possa fare business as usual quando i cittadini si sono espressi con questa nettezza mi pare impensabile”.
In ultimo, circa la possibilità che Ecr e Id (Identità e democrazia, ndr) di Matteo Salvini e Marine Le Pen confluiscano in un solo gruppo, Nicola Procaccini osserva: “Non credo proprio. È soprattutto escluso che noi possiamo lasciare Ecr. Tra l’altro, perderemmo delegazioni che confluirebbero nel Ppe”.
Aggiornato il 19 giugno 2024 alle ore 15:17