Meloni: “Sulla mia vita troppa morbosità”

“Sono passati sedici mesi, a me sembrano diciassette anni”. Questo un passaggio di Giorgia Meloni, ospite di Agorà, su Rai 3. La premier, in sostanza, rivela di “percepire” una “morbosità” intorno alla sua vita privata ed “è un’altra cosa che non aiuta”. Più precisamente, dice: “Chiunque ha bisogno di avere una sua dimensione privata, di normalità che a me viene completamente tolta. Non so perché ci sia questa morbosità. Dal giorno in cui ho vinto le elezioni, il 25 settembre del 2022, ogni sabato e ogni domenica – segnala – mi ritrovo sotto casa frotte di fotografi che mi seguono ovunque vada. Non è facile quando vivi nella casa del Grande fratello. Non mi interessa più di tanto. Però, oggettivamente, non è facile”. E aggiunge: “Ho scelto di fare politica. Se avessi voluto partecipare al Grande fratello, avrei partecipato al Grande fratello. Non so perché, ma mi si sta togliendo qualsiasi dimensione di normalità. Io invece – insiste – sono una persona che non vuole rinunciare alla sua normalità. Ho sempre guardato con diffidenza ai politici che una volta acquisito il ruolo diventavano diversi da come erano prima. Sto lottando con tutta la mia volontà per rimanere esattamente la persona che ero prima. E alla fine ci riuscirò, nonostante questa attenzione morbosa che vedo ogni giorno”.

La leader di Fratelli d’Italia parla anche delle imminenti Europee: “Penso che il voto dell’8 e 9 sia un referendum su che modello di Europa si immagina: tra chi pensa che la transizione verde si faccia con l’elettrico cinese e chi è per la neutralità tecnologica; tra chi pensa di incentivare la carne sintetica – continua – e chi le produzioni d’eccellenza europee; tra un’Unione europea che ci sanziona perché cerchiamo di sostenere le famiglie a fare figli e un’Unione europea che finalmente capisce che senza l’incentivo a mettere al mondo dei bambini noi siamo spacciati come civiltà”. Inoltre, puntualizza: “Per la prima volta ci troviamo di fronte alla possibilità di cambiare qualcosa in Europa, con una maggioranza diversa. È una sfida che fino a qualche tempo era impensabile, vorremmo giocarla fino in fondo, ci serve il consenso degli italiani”.

La premier, a seguire, offre il proprio punto di vista sulla politica in quanto tale: “Se è debole, sono forti altri poteri, le lobby, le burocrazie. Una politica che riprende il suo ruolo e fa quello che dicono i cittadini, chiaramente, è anche un problema per tutti quelli che hanno dato le carte senza avere il consenso per darle. Però – nota – c’è una differenza tra una politica che si assume le sue responsabilità e altri che prendono quel ruolo in luogo della politica: i politici li puoi cacciare, gli altri no. E gli altri non hanno bisogno di rispondere ai cittadini”. In più, rimarca che la riforma del premierato “fa così paura a tutti quei partiti che hanno fatto i governi senza avere il consenso dei cittadini”.

Giorgia Meloni parla anche di politica estera: “Al margine del summit del G7, ci sarà in Svizzera una prima conferenza di pace relativa alla questione ucraina. A differenza di quello che sento dire molto spesso, se si comincia a parlare di soluzioni diplomatiche al conflitto tra Russia e Ucraina è perché noi abbiamo sostenuto e aiutato a difendersi gli ucraini – ricorda – che nell’invasione della Russia avevano una importante inferiorità numerica: quello che non si capisce è che la pace si costruisce con la deterrenza. Non c’è bisogno di sedersi a nessun tavolo di pace, se qualcuno ha già invaso qualcun altro. Se i russi avessero invaso gli ucraini – sottolinea – oggi avremmo una guerra molto più vicina a casa nostra. Invece, abbiamo aiutato gli ucraini a difendersi, questo ha creato un equilibrio tra le forze in campo e, se si può aprire un tavolo negoziale, è grazie a questo lavoro”.

In ultimo, non manca una bordata rivolta al centrosinistra: “L’ostruzionismo e l’opposizione che stanno facendo su questa riforma” – del premierato – “non la fanno su nient’altro. È in assoluto la cosa che li spaventa di più. In Italia c’è una nemesi: abbiamo un Partito che si chiama democratico, che è contrario a dare maggiore potere ai cittadini. Perché la democrazia è il governo del popolo, e loro ci dicono che sono contrari. Quindi si è capito anche perché si chiamano Partito democratico. Non vuol dire che vuole la democrazia, ma che si considera la democrazia. Che è un’altra cosa, è democrazia se comandiamo noi”.

Con una postilla per il governatore della Campania: “Le parole di Vincenzo De Luca sono riverberate dal tipico bullismo di chi alle spalle fa il gradasso e quando ti affronta non è più in grado di fare il gradasso: sono forme di bullismo che nascondono una forma di insicurezza. Di solito sono più comuni quando ci si rivolge alle donne, perché sono considerate deboli. Ma non penso che le donne siano deboli e l’ho voluto dimostrare”.

Aggiornato il 04 giugno 2024 alle ore 14:02