Volano bordate. E il tiratore scelto, nella fattispecie, è Luigi Zanda, tra i fondatori del Partito democratico ed ex senatore. In un’intervista alla Stampa, racconta che il Pd “rischia di trasformarsi in un grande comitato elettorale, che si occupa per lo più di liste”. E aggiunge: “È un processo iniziato da molti anni. Ma Schlein non lo ha fermato, c’è un tema di selezione della classe dirigente, che non è stato affrontato: non viene data la necessaria attenzione alla forma partito”.
Il punto principale, per Zanda, è che “i comitati elettorali non vivono di idee, ma di raccolta fondi così i controlli diventano difficili ed è inevitabile avere sorprese sgradite”. Su Giuseppe Conte del Movimento 5 stelle, poi, osserva: “L’obiettivo di Conte è battere il Pd, è più forte di lui. Questo perché sogna di tornare a fare il presidente del Consiglio, cosa impossibile dopo il suo primo Governo con la Lega: le norme emanate con Salvini sono uno stigma, le successive piroette politiche gli rendono la strada verso Palazzo Chigi impraticabile. E non mi sentirei nemmeno di escludere un ritorno di fiamma con Salvini”.
Aggiornato il 11 aprile 2024 alle ore 17:49