Respinta alla Camera (211 no, 129 sì) la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il quale verga su X: “Grazie. Ennesima figuraccia della sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro”. Oggi il secondo round, con il voto sulla sfiducia alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Anche qui stessa musica: respinta (213 no, 121 sì e 3 astenuti) a mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle e sottoscritta da tutte le opposizioni, eccetto Italia Viva. Santanchè non era presente nell'Aula di Montecitorio. Questo il suo commento: “Il Parlamento, credo, che in una democrazia è sovrano. Il voto mi sembra molto chiaro, per cui assolutamente non direi serena ma molto tranquilla”. Il centrodestra si compatta. Anche se, a occhio, appariva più “spigolosa”, se così vogliamo dire, la questione sulla titolare del Dicastero di via di Villa Ada, anche per un certo fastidio avvertito in Fratelli d’Italia.
Matteo Salvini, a sua volta, potrà proseguire a viaggiare con il proprio ritmo. E sulla mozione di sfiducia al Capitano, Tommaso Foti – capogruppo di Fdi alla Camera – sottolinea: “Abbiamo deciso di volerla discutere dopo il primo punto all’ordine del giorno, perché riteniamo che anziché lasciare l’opposizione a continuare a far pubblicità a tesi abbastanza infondate, era meglio dare una risposta seria puntuale e decisa in Aula”. Sul fronte Daniela Santanchè, ai giornalisti che chiedevano cosa dovrebbe avvenire in caso di rinvio a giudizio, Foti risponde: “Sono abituato a rispettare lo scadenziario che ci si dà. E aggiungerei che fare una mozione di sfiducia sulla conclusione delle indagini preliminari è non aver capito nulla del codice di procedura penale, perché è un atto a favore dell’indagato”.
Per Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati, “la mozione di sfiducia individuale al ministro Salvini è, con ogni evidenza, politicamente strumentale e quindi istituzionalmente infondata, inconsistente, che fa scendere il valore del Parlamento. Contro Salvini – va avanti – si citano tante dichiarazioni, tante opinioni, e viene il dubbio che in realtà si voglia censurare il suo pensiero. I pensieri e le opinioni si contrastano, non si censurano. Sta qui il pregiudizio politico e la strumentalità di questa infondata richiesta di sfiducia”. Non solo: “Enrico Letta e Giuseppe Conte, il Pd e il M5S: sono quelli che più hanno sostenuto posizioni a favore della Russia di Putin. Cerchiamo allora di evitare strumentalizzazioni e votazioni che portano a galla solo l’imbarazzo di chi le sostiene. Per quanto riguarda Noi moderati – termina – le pietre di questa lapidazione mediatica non abbiamo neanche bisogno di lasciarle cadere a terra, non le abbiamo mai raccolte. Preferiamo fare politica”.
Aggiornato il 04 aprile 2024 alle ore 13:33