Gaza e “genocidio”: cosa ci dicono le dimissioni del presidente Anpi Milano

Dimissioniirrevocabili”. A presentarle, dal ruolo di presidente dell’Anpi di Milano, è Roberto Cenati, 71 anni. Una rottura, la sua, emersa perché non in linea con l’utilizzo da parte dell’associazione della parola “genocidio”, legata alla risposta di Israele ad Hamas nella Striscia di Gaza. All’Ansa, Cenati fa presente che, a suo dire, il Governo di Benjamin Netanyahu “dopo l’ignobile attacco di Hamas, ha fatto un bagno di sangue uccidendo tantissime persone, fra cui bambini e donne, ma il termine genocidio va usato con delicatezza perché è lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione”. E poi: “L’Anpi nazionale ha usato questo termine estrapolandolo dall’istruttoria portata avanti dal Tribunale internazionale dell’Aja. Ma appunto si tratta di una istruttoria e non si è ancora giunti a una sentenza”. Tra l’altro, nel capoluogo meneghino si registrano circa una ventina di manifestazioni promosse dai Giovani palestinesi contro Israele. Appuntamenti a cui l’Anpi territoriale non aderisce. Così Cenati: “Non abbiamo mai partecipato a queste iniziative perché non condividiamo le loro posizioni, questo però non ha impedito che iscritti ad alcune sezioni vi abbiano in qualche caso preso parte”. Per il 71enne sono necessari “un immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”. Inoltre, sottolinea di essere favorevole alla proposta di due popoli e due Stati. Allo stesso tempo, chiosa: “Ma Hamas vuole la distruzione di Israele e l’eliminazione degli ebrei”.

Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Associazione dei partigiani, sempre all’Ansa dice: “Le parole del presidente dell’Anpi di Milano mi lasciano stupito. Una delle parole d’ordine per la grande manifestazione del 9 marzo è impediamo il genocidio, parole che utilizza il Tribunale penale internazionale. Dire impediamo poi significa che non c’è ancora un genocidio ma c’è pericolo che accada”. Cenati, allora, chiarisce il concetto in un colloquio con Repubblica: “Non sono più d’accordo con la linea dell’Anpi nazionale, non mi riconosco nell’uso del termine genocidio per la tragedia umanitaria che sta avvenendo a Gaza. Per il 9 marzo Cgil e Anpi hanno convocato una manifestazione nazionale a Roma per impedire il genocidio. Con quel termine – continua – si intende lo sterminio pianificato a tavolino di un intero popolo. Quello che avvenne dunque nella Shoah, con le camere a gas, i forni crematori, sei milioni di morti. Per quanto condannabile ed esecrabile la strage in corso a Gaza, non si tratta di una cosa analoga”. Inoltre, osserva su Qn: “Ho deciso di non allinearmi al pensiero unico e di essere coerente con le mie idee: non avrei potuto partecipare alla manifestazione del 9 marzo da presidente dell’Anpi milanese. Resterò nel Comitato provinciale, ma non più in prima linea”.

La Comunità ebraica di Milano, in una nota, dichiara: “Vogliamo esprimere a nome dell’intera la nostra più sincera vicinanza e gratitudine per il delicato e fondamentale ruolo che Roberto Cenati ha ricoperto all’interno dell’Anpi di Milano. Grazie anche a una consapevolezza di come l’antisemitismo sappia abilmente travestirsi da antisionismo, come già denunciato a suo tempo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e, prima ancora, dal suo predecessore Giorgio Napolitano. La decisione delle sue dimissioni – viene evidenziato – matura in un contesto di crescente preoccupazione per una deriva che allontana l’Anpi dai suoi principi fondanti, e testimonia un coraggio e una integrità che non possono che suscitare in noi ammirazione e rispetto. Sarà difficile trovare un successore all’altezza di quei valori di coraggio, solidarietà e impegno civico che hanno contraddistinto la sua presidenza”.

Aggiornato il 05 marzo 2024 alle ore 17:09