Mozione su Gaza, va in scena il dialogo tra Meloni e Schlein

“La reazione di Israele” all’attacco subito da Hamas il 7 ottobre, spiega Antonio Tajani, “è sproporzionata”. La giornata politica di ieri viene inaugurata dalla presa di posizione del ministro degli Esteri. In realtà, si tratta dell’estrema sintesi del pensiero condiviso dalla maggior parte dei tutti i leader occidentali. Joe Biden non fa mistero del suo disappunto verso l’ostinata intransigenza di Benjamin Netanyahu, deciso a sferrare una pesante offensiva anche a Rafah, ultima zona cuscinetto della Striscia di Gaza. Naturalmente, le parole di Tajani sono il frutto di una condivisione con Palazzo Chigi. Giorgia Meloni vuole cambiare passo sulla crisi in Medio Oriente. Mentre il ministro degli Esteri dice che “è giusto spingere alla prudenza” Tel Aviv “per quanto riguarda le reazioni militari che coinvolgono la popolazione civile”, la premier scrive un messaggio a Elly Schlein. Poi si registrano due contatti telefonici diretti tra Meloni e la segretaria del Pd.

Il primo poco dopo pranzo e il secondo più articolato a inizio pomeriggio. Come scrive il Giornale, è durante quest’ultimo confronto che le due decidono di mettere da parte l’idea iniziale di una mozione unitaria su cui far convergere maggioranza e Pd, strada troppo complicata da percorrere perché divide la questione del riconoscimento della Palestina. Più facile, invece, muoversi sul terreno di un’astensione incrociata, anche se è evidente che quella “pesante” arriva dalla maggioranza. Sono 159 i deputati di centrodestra che non votano, facendo dunque passare con 128 favorevoli e nessun contrario – la mozione del Pd, a prima firma Schlein, che impegna il Governo a “chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza”. È un risultato che in pochi si attendevano: per la prima volta un voto del Parlamento italiano impegna il Governo a chiedere il cessate il fuoco nella Striscia.

Un clima totalmente mutato. Lunedì sera anche Meloni da sempre a favore dei “due popoli e due Stati” aveva ribadito l’importanza di “difendere il diritto di Israele a esistere” e allo stesso tempo “chiedere il rispetto per la popolazione civile”. Idea su cui Tajani è tornato con più forza oggi, incassando il plauso di Schlein durante il suo intervento alla Camera. E su cui ha insistito anche Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fdi in commissione Esteri. Intervenendo in Aula a nome di Fratelli d’Italia, ha infatti sottolineato la necessità di “evitare l’escalation militare e l’allargamento del conflitto nella regione per evitare di cadere nella trappola di uno scontro tra civiltà”. A Palazzo Chigi si registra soddisfazione per una “soluzione comune che ha guardato solo all’interesse del Paese”, mentre in Fdi hanno apprezzato il passaggio in cui Schlein ha spiegato di non essere interessata ai derby ma solo a “contribuire come Italia” alla fine della guerra.

Aggiornato il 14 febbraio 2024 alle ore 10:17