Dopo le polemiche è arrivata la parola “fine”: il presidente del museo di Ostuni, il professor Luca Dell’Atti, si è dimesso oggi dal proprio incarico. Dell’Atti aveva pubblicato una foto – tra le storie di Instagram – dove si vedeva la premier Giorgia Meloni a testa in giù. Ne erano seguite le polemiche e anche le scuse del diretto interessato.
“Con riferimento alle note vicende dei giorni trascorsi che mi hanno visto personalmente sottoposto a un’intollerabile gogna mediatica – ha detto Dell’Atti – al fine di tutelare la mia serenità personale, l’onorabilità delle mie condotte e del mio nome, primariamente nella città di Ostuni; al fine di tutelare l’immagine dell’Istituzione Museo, ente di promozione culturale e scientifica, dall’indebito clamore sollevato; al più alto fine di tutelare l’Università degli studi di Bari Aldo Moro, ove con nota e riscontrata professionalità presto servizio, i suoi studenti, dottorandi e colleghi tutti da speculazioni sono, con la presente, a rassegnare le mie dimissioni dalla carica di presidente dell’Istituzione Museo delle civiltà preclassiche della Murgia meridionale”.
Il sindaco di Ostuni, Angelo Pomes, ha aggiunto: “Ringrazio il professor Luca dell’Atti per l’assunzione di responsabilità a tutela del Comune di Ostuni e dell’Istituzione Museo; mi auguro che ciò sia sufficiente a chiudere tale spiacevole vicenda ristabilendo un clima politico più sereno nel rispetto delle istituzioni ma anche nei confronti dello stesso professor Dell’Atti, che sin da subito si era scusato per l’immagine di pessimo gusto postata sulle sue storie Instagram, le cui doti umane, culturali e professionali sono oggettivamente riconosciute come ho avuto modo di sottolineare fin dall’inizio”.
La senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civico d’Italia, Noi moderati, Coraggio Italia, Udc, Maie ha commentato: “Bene che alla fine il presidente del museo di Ostuni si sia dimesso dall’incarico. Era un gesto necessario ed inevitabile. Quanto accaduto non poteva essere sanato con semplici espressioni di scuse e di rammarico. Non si può incitare alla violenza contro una importante carica dello Stato, per di più donna e mamma, senza prevederne le conseguenze. A maggior ragione – ha continuato – se a metterle in atto è una persona che ha responsabilità pubbliche come nel caso del presidente del museo civico di Ostuni, che di professione fa il ricercatore universitario, con tutto ciò che questo comporta e per il cattivo esempio che si dà alla collettività. Alle dimissioni non c’erano alternative – ha terminato – erano dovute, bene che siano arrivate. Questa negazione della democrazia che il premier rappresenta, è fascismo anarcoide delle sinistre”.
Aggiornato il 14 febbraio 2024 alle ore 14:20