Schlein-Conte, alla Camera prove di disgelo

Romano Prodi sferza i leader del centrosinistra: “Trovate l’accordo”. Ma il campo largo dell’opposizione resta una chimera. Il leader dell’Ulivo, pur restando tiepido, lancia l’appello all’unità a Partito democratico e Movimento 5 stelle. La segretaria dem Elly Schlein, il presidente del Movimento Giuseppe Conte e il leader di Articolo Uno Roberto Speranza posano in foto nella Sala della Regina a Palazzo Montecitorio. Abbracci, pacche sulle spalle e cordialità alla presentazione del libro dell’ex ministro segnano una tregua dopo giorni di tensione nel centrosinistra. Chi si attendeva un secondo round dopo il recente scambio di accuse al vetriolo tra dem e 5 stelle è rimasto deluso. Schlein e Conte ribadiscono l’impegno e la “responsabilità” nel costruire un’alternativa all’attuale Governo. Anche se nessuno dei due rinuncia a qualche frecciatina. Il rimbrotto del “padre nobile” del centrosinistra è chiaro. “Se non si mettono assieme 5 stelle, Pd e altre forze riformiste, al Governo non ci andranno mai”, avverte l’ex premier. Che non manca di chiedere a Conte di scegliere tra Joe Biden e Donald Trump. “Deve ancora decidere in quale polo stare”. E la polemica sull’ambiguità del presidente pentastellato sulla politica americana arriva dritta alla Camera. È proprio il padrone di casa, Speranza, a metterla sul tavolo. “Quando ho ascoltato Giuseppe su Biden e Trump mi si sono drizzati i capelli”, confessa. E le chiome drizzate diventano il fil rouge, tra il serio e il faceto, che legano i vari interventi della presentazione del libro. Conte prima scherza, poi risponde alla “provocazione” di Speranza. “Biden e Trump non sono sullo stesso piano, sul piano ideologico abbiamo affinità con Biden”, chiarisce. Poi affonda: “ho visto però il Pd che ha rinnegato la transizione ecologica con gli inceneritori, un Pd bellicista, e anche a me si drizzano i capelli”.

Sul fatto che ci siano “posizioni diverse” tra i partiti, i tre leader sono d’accordo. E Schlein non fa a meno di pizzicare i pentastellati. “Differenze ci sono perché non siamo nello stesso partito, e non sarebbe nemmeno auspicabile”, afferma. “Se non abbiamo una visione comune in politica estera – ribatte Conte – è meglio che ci provochiamo adesso. Sulla transizione ecologica dobbiamo affinare alcuni capisaldi adesso. Il giorno dopo le elezioni dobbiamo sapere cosa fare”. “Costruire convergenze con metodo e sui temi”, conferma la segretaria dem, che non esclude la partecipazione delle altre opposizioni su battaglie come congedo paritario, scuola e sanità pubblica. “Non è vero – aggiunge Schlein – che l’alternativa non c’è. Se non c’è, è nostro dovere lavorare ogni giorno per costruirla”. A partire, secondo la segretaria, dall’impegno sui territori. E con le elezioni Regionali e Amministrative alle porte, i due rassicurano sui tempi dell’intesa. “The sooner the better”, taglia corto Schlein, che auspica di chiudere la partita il prima possibile. “In alcuni territori le nostre comunità sono in opposizione, ma da parte nostra, non c’è nessun atteggiamento pregiudiziale”, solo “ostacoli da rimuovere”, dice con cautela Conte. Ad ascoltarli, in platea, una buona parte del Governo giallorosso.

Aggiornato il 31 gennaio 2024 alle ore 11:57