La parola natalità – come riportato a ottobre su questo giornale – ha incamerato un altro record negativo. Nel 2022 in Italia le nascite sono scese a 393mila. Con un calo dell’1,7 per cento sull’anno precedente. In più, la denatalità è proseguita pure nel 2023. In base ai dati provvisori relativi al periodo gennaio-giugno, sono quasi 3500 le nascite in meno rispetto ai dodici mesi precedenti. Questa la fotografia scattata dall’Istat. Sul tema ne ha parlato Eugenia Roccella, ministra delle Pari opportunità, Famiglia e Natalità. In un colloquio con Qn, ha spiegato che la questione non è prettamente legata ai confini di casa nostra (“l’Europa ha un problema e sembra non accorgersene”) che l’inverno demografico sta avanzando, “soprattutto nel mondo sviluppato, ed è ormai un’emergenza, almeno quanto quella ambientale. Anche questo è un tema che va posto a livello europeo. E inizieremo a farlo”.
Osservando la situazione dello Stivale, Roccella ha ribadito che il Paese “ha tassi di natalità tra i più bassi d’Europa, perché ha trascurato il problema per troppo tempo. La verità – ha sottolineato – è che ormai il rischio di spopolamento investe tutto il mondo sviluppato”. Per Roccella “le curve ci dicono che la denatalità accompagna spesso nel nostro tempo la conquista del benessere. In qualche modo – ha continuato – la stasi è indice del fatto che stiamo meglio di un tempo. Ma questo non significa che serva tornare indietro sul piano dello sviluppo, dei diritti, della libertà femminile, della democrazia. Il nemico della natalità non sono lo sviluppo e i diritti. Però dobbiamo capire che il fatto che crescita socio-economica e decrescita demografica vadano in genere di pari passo ci impone di trovare un approccio nuovo, adeguato al nostro tempo”.
Infine, la ministra ha notato: “I sostegni economici, i servizi di welfare di prossimità sono una leva importante che funziona su diversi piani. Ma non bisogna commettere l’errore di leggere la crisi demografica in chiave solo economicistica. Altrimenti – ha concluso – non si spiegherebbe come mai anche Paesi con un’antica e solida tradizione di politiche nataliste e a favore della famiglia siano oggi in declino. Se oggi se ne parla è proprio grazie al Governo Meloni – ha puntualizzato – che ha messo la questione all’ordine del giorno e le ha dato centralità. Ci fa piacere che la sinistra si sia sentita sollecitata e abbia iniziato a fare altrettanto”.
Aggiornato il 08 gennaio 2024 alle ore 13:58