Quei silenzi su Degni

Il caso di Marcello Degni sarà preso in esame dal procuratore generale della Corte dei conti, che dovrà nel caso prendere una decisione su eventuali azioni disciplinari contro il magistrato contabile, che su X – il 30 dicembre – ha scritto: “Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta Manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”. Questo il posto sul noto social network, dove ha bacchettato la minoranza per non aver bloccato l’approvazione della Manovra. Il consiglio di presidenza della Corte, nel frattempo, ha preso atto “di quanto emerso da plurime notizie di stampa in merito a talune dichiarazioni postate su un social media dal consigliere Marcello Degni e ha disposto l’invio immediato degli atti al procuratore generale della Corte dei conti cui esclusivamente sono rimesse le funzioni inerenti alla promozione dell’azione disciplinare”.

Intanto, sul fronte politico non si sono placati i commenti sulla vicenda. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha notato che le valutazioni di Degni “erano sbagliate e il rattoppo, con le interviste fatte dal magistrato, è stato peggiore del buco” perché “teorizza di avere il diritto di dire tutto quello che gli passa per la testa, ma un magistrato contabile deve essere come la moglie di Cesare”. Ovvero “non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire anche tale. È aberrante che un magistrato si metta a elucubrare sul fatto che sarebbe stato meglio l’esercizio provvisorio e che l’opposizione avrebbe dovuto cogliere l’occasione per una mega ostruzionismo parlamentare per arrivare a questo obiettivo”. Le forze d’opposizione, secondo Casini, “dovrebbero essere le prime a condannare questo modo di fare. Se si contesta la maggioranza per una certa disinvoltura dei comportamenti, bisogna essere rigorosi, altrimenti non si è credibili. Se determinate affermazioni sono inaccettabili – ha insistito – lo si deve dire comunque, anche quando si pensa che dirlo non serva a fare il proprio gioco”. Un magistrato contabile, insomma, “che dice che l’opposizione ha perso un’occasione per portare il Paese all'esercizio provvisorio è un irresponsabile. E bisogna avere il coraggio di dirlo, anche perché così quel magistrato perde qualsiasi requisito di terzietà e rischia di far cadere il discredito sulla Corte”.

Il vicepresidente di Fratelli d’Italia in Senato, Salvatore Sallemi, non è andato per il sottile: “È scandaloso il silenzio di Elly Schlein e del Partito democratico sul giudice militante nominato dalla sinistra alla Corte dei conti. La Schlein non condanna perché questo è il compito dato a chi è stato nominato nelle istituzioni dello Stato dal Pd? E cioè essere faziosi e lavorare per il Pd invece che per la nazione. Dinanzi a questo assordante silenzio, Fdi andrà avanti con una interrogazione per chiedere conto dell'operato effettuato sin dalla sua nomina del consigliere della Corte dei conti Marcello Degni, delle sue sentenze e delle sue pronunce”. Il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Lisei, capogruppo FdI in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, ha rivelato di aver formalizzato “la richiesta di audizione presso la commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica del consigliere della Corte dei conti, Marcello Degni. È giunta l’ora di sentire cosa avrà da dire a sua difesa questo magistrato nominato dal Pd all’epoca di Paolo Gentiloni. Il suo atteggiamento – ha sottolineato – stride platealmente con il ruolo che ricopre e né la Schlein né il Pd hanno finora avuto il coraggio di prendere una posizione per stigmatizzare le esternazioni di Degni, e questo silenzio non depone a loro favore”.

Eppure, una voce c’è stata sul fronte dem. Ossia quella di Lorenzo Guerini, presidente del Copasir: “Non si può non porsi una questione di opportunità. Penso che chi ricopra ruoli nella magistratura debba non solo essere imparziale ma al contempo apparire tale, anche per difendere la credibilità dell’istituzione che si rappresenta. E questo vale, sempre, per tutti”.

Infine, il viceministro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami: “Il giudice Marcello Degni non trova meglio di fare che ritwittare commenti infamanti su di me. Alla faccia della separazione dei poteri. Da italiano pensare che un magistrato così possa giudicare dei cittadini lo trovo inquietante”. Queste le sue parole, nel segnalare un retweet del consigliere della Corte dei conti. Il cinquettìo di un utente, ripostato, del 31 ottobre 2022, recitava: “Posso dire che nominare Galeazzo Bignami sottosegretario è di un'indecenza assoluta?”.

Aggiornato il 05 gennaio 2024 alle ore 17:18