La Manovra e quelli che “sbavano di rabbia”

“Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta Manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”. Questo il messaggio su X – datato 30 dicembre – di Marcello Degni, consigliere della Corte dei conti, dove in sostanza bacchetta la minoranza per non aver bloccato l’approvazione della Manovra. Un commento che, immediatamente, ha fatto saltare i nervi al centrodestra. Lo stesso Degni, in un’intervista sulla Stampa, ha sottolineato: “Il post sulla Manovra? Non mi sembra che contenesse cose particolari. Ho solo espresso il rammarico perché l’opposizione avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla Manovra”. E poi: “La mia era una critica riferita al metodo, non al contenuto della Manovra. E non era una critica nei confronti soltanto di questo Governo. Non da oggi, ma da quasi vent’anni, tutti i governi non rispettano quella che dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata. In questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.

Il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, è sbottato: “È inquietante che Marcello Degni, titolare del delicato ruolo di consigliere della Corte dei conti, prenda posizioni estreme palesemente contrarie agli interessi dell’Italia, al punto che nessuno in Parlamento ha osato sostenerle. Degni, che è anche docente universitario e direttore di un master di Pubblica amministrazione, ha infatti pubblicato su X un messaggio in cui recrimina che potevamo farli sbavare di rabbia portando l’Italia all’esercizio provvisorio, cosa che avrebbe privato gli italiani dei benefici portati da questa legge di bilancio, e avrebbe fatto gravi danni ai conti dello Stato facendo inevitabilmente salire gli interessi da pagare sulle nuove collocazioni dei titoli del nostro debito”. Mentre il senatore di Fdi, Filippo Melchiorre, vicepresidente della commissione Finanze, ha aggiunto: “L’uscita social del consigliere della Corte dei conti, Marcello Degni, mi lascia esterrefatto. Sembrerebbe infatti rimproverare l’opposizione per non aver fatto ostruzionismo durante l’esame della legge di Bilancio, auspicando persino l’esercizio provvisorio, ossia una catastrofe per l’Italia. Questa persona è evidentemente incompatibile con il ruolo che ricopre e deve dimettersi. Attendiamo fiduciosi che i vertici del Pd, partito che ha nominato Degni, stigmatizzino questa uscita assai infelice”.

I capigruppo di Camera e Senato della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, hanno sottolineato: “Marcello Degni è un consigliere della Corte dei conti super partes o un facinoroso esponente del Pd che auspica l’esercizio provvisorio per far schiumare di rabbia la maggioranza che invece ha lavorato nell'interesse del Paese? A giudicare da quanto emerso dai media, Degni preferisce mettere in ginocchio l’Italia pur di fare becera opposizione a questo governo. Complimenti. Chiediamo le sue immediate dimissioni e una chiara presa di distanza da parte del Pd”.

L’ufficio stampa della Corte dei conti, intanto, ha fatto sapere: “In merito a talune dichiarazioni rese da un magistrato – espresse su social media al di fuori di canali istituzionali e che non rappresentano in alcun modo posizioni dell'Istituto – la questione verrà esaminata in via di urgenza nella prossima adunanza del Consiglio di presidenza per le valutazioni di competenza”. E il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha insistito: “Le parole del membro della Corte dei conti, Degni, che difende il suo operato dicendo che era una critica all’opposizione, non solo confermano che è vero quello che ha scritto sui social, ma dimostrano la scarsa lucidità di questa persona”. Salvatore Sallemi, vicepresidente di Fdi in Senato, ha annunciato: “La pervicacia con la quale il consigliere della Corte dei conti Marcello Degni insiste nell’attaccare le istituzioni che peraltro lui stesso rappresenta ci spinge verso una interrogazione parlamentare per chiedere la verifica degli atti e sentenze messi in campo da questo magistrato contabile, che tutto fa meno che esercitare il suo ruolo imparziale, come invece dovrebbe essere. In tutto questo, registriamo il silenzio assordante del segretario del Pd, Schlein, a cui chiediamo una condanna netta per quanto esternato da questo giudice fazioso”.

Aggiornato il 03 gennaio 2024 alle ore 16:45