Premierato, Ciriani: “In primavera il primo ok”

Luca Ciriani si augura che Giorgia Meloni “corra alle prossime Europee”. Ma il ministro per i rapporti con il Parlamento, in un’intervista a La Stampa, si concentra innanzitutto sulla riforma del premierato. “Spero che si arrivi alla prima lettura entro la fine della primavera”. Ciriani aggiunge: “Il testo nasce come una mediazione tra chi, come noi, ha sempre proposto un modello presidenziale e chi ha voluto difendere la tradizione parlamentare. I poteri del presidente della Repubblica non sono stati toccati”. Quanto all’ipotesi di una candidatura di Giorgia Meloni alle Europee, Ciriani afferma: “Me lo auguro, come tutto il partito. So che le stiamo chiedendo un sacrificio. Deciderà lei”. Il ministro è convinto che “dopo le elezioni il governo uscirà rafforzato”. Poi spiega: “In questa fase ognuno cerca di sventolare più forte le proprie bandiere. Niente di strano. La Lega fa la Lega. Noi in Europa apparteniamo al Gruppo dei conservatori e dei riformisti europei e sono sicuro che saremo centrali nel prossimo Parlamento. Poi le alleanze si vedranno dopo il voto”. Quanto all’inchiesta che vede coinvolto Denis Verdini, afferma: “Gli episodi contestati sono relativi, per quel che leggo, a Governi precedenti. In ogni caso non c’è nessuna tolleranza rispetto a corrotti e corruttori. Siamo inflessibili”.

Sul premierato la parlamentare di Azione Daniela Ruffino certifica la distanza dalla maggioranza di Governo. “Se non fosse ancora chiaro il danno che verrebbe agli equilibri istituzionali e costituzionali dall’elezione diretta del premier – afferma – è sufficiente leggere la lettera con cui il presidente della Repubblica ha accompagnato la firma del Ddl Concorrenza per farsene un’idea più chiara. Il presidente Sergio Mattarella, in relazione all’articolo 11 del provvedimento, ha richiamato i presidenti delle Camere e la presidente del Consiglio a rimodulare il capitolo relativo alla proroga delle concessioni agli ambulanti per uniformare le regole alle sentenze della Corte di giustizia, dell’Autorità garante della concorrenza”. Secondo Ruffino, “con il premier eletto direttamente dal popolo e quindi con il presidente della Repubblica privato di poteri come questo, appunto, di indirizzare lettere per richiamare il Governo al rispetto di sentenze, saremmo costantemente in presenza di un conflitto fra il potere esecutivo e la Corte Costituzionale. Una volta di più – aggiunge – sarà chiaro a quali gravi inconvenienti andrebbe incontro l’Italia con l’elezione diretta del premier”.

Aggiornato il 02 gennaio 2024 alle ore 15:03