Intercettazioni, un freno “alla gogna per gli indagati”

“Nessuno intende porre limiti alla libera informazione ma di applicare principi di civiltà. Si tratta, semmai, di dare concreta attuazione al principio della presunzione di innocenza e di dare centralità al diritto di difesa”. Così Lo Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, a Rainews 24. Il tema è quello della legge approvata alla Camera, e in attesa del sì definitivo del Senato, che vieta la pubblicazione – in tutto e in parte – di un’ordinanza di custodia cautelare, fino al termine delle indagini o dell’udienza preliminare. Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della stampa italiana, annuncia che la “Fnsi non sarà alla conferenza stampa di fine anno della premier Meloni” e che “convocherà invece una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare. Chiediamo fin d’ora al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti”.

Pittalis è di altro avviso: “L’ordinanza di custodia cautelare interviene in una fase del procedimento penale che è quella delle indagini preliminari i cui atti non sono resi pubblici e, dunque, anche l’ordinanza rientra tra questi atti”. E ricorda: “In Italia ci sono più di 30mila persone arrestate che sono risultate innocenti, per questo è giunto il momento di dire basta alla messa alla gogna degli indagati. Il nostro obiettivo è quello di rimettere al centro il cittadino e di rimettere sui binari dei principi costituzionali il giusto processo e la ragionevole durata dei processi: se una parte dell’opposizione converge su questo credo sia salutare”.

Giorgio Mulè, vicepresidente forzista della Camera, parla di un “traguardo di civiltà a tutela dei cittadini e del principio della presunzione di innocenza. Le informazioni saranno comunque a disposizione dei giornalisti. Non si sapranno i virgolettati delle intercettazioni, magari il contenuto di alcune conclusioni a cui arrivano il gip e l’accusa, ma nulla viene toccato rispetto alla libertà di informare. Non ci saranno elementi che sono a corredo”. Sempre sulle intercettazioni sottolinea: “C’è già un pacchetto che riguarda il divieto di pubblicazione delle intercettazioni ultronee, ovvero che non hanno a che fare con i capi di imputazione o menzionano terzi non coinvolti nelle indagini. Arriverà prossimamente dal Senato alla Camera. È un altro tassello di una riforma complessiva. La Costituzione – insiste – è stata tradita sui principi e sulle garanzie. Interveniamo per ristabilire il giusto equilibrio fra indagato, presunzione di innocenza e pubblica accusa”.

In un’intervista a Repubblica, Enrico Costa – deputato di Azione – afferma: “Col mio emendamento si potrà dare la notizia e spiegare il contenuto dell’ordinanza. Sarà vietato pubblicare testualmente l’atto processuale, zeppo di intercettazioni e informazioni ancora da verificare”. A seguire, spiega che nell’articolo 27 della Costituzione è prevista “la presunzione d’innocenza fino alla sentenza definitiva, proprio quella che vogliamo tutelare con il mio emendamento. Lo Stato – prosegue – deve garantire che chi viene chiamato a rispondere di un reato, se ne esce da innocente, deve avere la stessa reputazione di quando è finito sotto processo. Se Nordio manterrà le promesse fatte noi saremo con lui. Quanto al resto, ho la mia idea e la esprimerò negli organismi di partito. Io faccio proposte liberali – termina – e cerco di aiutare Nordio a liberarsi dai freni piazzati dai magistrati di cui si è contornato. È uno schema che può funzionare e che ripeteremo su altri temi garantisti”.

Aggiornato il 21 dicembre 2023 alle ore 15:21