Il Graffio di Trisolino

In Europa si aggira uno spettro. È lo spettro degli Stati Uniti d’Europa, che vorrei fossero figli di un nuovo umanesimo aperto, patriottico, ital-europeo, efficientista, democratico. Le patrie unite d’Europa per contrastare i sovranismi islamici e tutti i fondamentalismi dovrebbero avviarsi a diventare Stati Uniti di un’Europa diversa, popolare, demolibertaria.

Domenica scorsa, ad Atreju a Castel Sant’Angelo, il presidente Giorgia Meloni ha infatti ricordato che proprio a Roma 66 anni fa democristiani, liberali, repubblicani, missini e monarchici votarono a favore del sogno comunitario europeo optando per un futuro di solidarietà tra i popoli europei, e ha ribadito che contro quel progetto votarono comunisti e socialisti.

Alle prossime elezioni europee – ha sottolineato il premier – i cittadini saranno messi di fronte alla scelta tra una confederazione di nazioni libere e sovrane oppure un super Stato federalista che cancella le nazioni relegandole al ruolo di enti meramente amministrativi. “Non faccia – ha concluso Meloni – l’Unione europea quello che le nazioni possono fare meglio e viceversa”, il che equivale a dire che le nazioni non debbano fare ciò che l’Europa può far meglio.

Il patriottismo della nuova era e la cura degli interessi nazionali non sono incompatibili con il sogno eurofederalista, se quel sogno viene vissuto come un percorso ulteriore da compiere in modo maturo e pragmatico, con più democrazia popolare e meno burocrazia.

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Aggiornato il 02 gennaio 2024 alle ore 16:59