Il Graffio di Luigi Trisolino
In Iran il fondamentalismo islamocratico non è una macchietta di lotta. In Iran quel fondamentalismo è di governo e regge le sorti di un Paese segnato da abusi, evidenti ingiustizie e disparità di genere incalcolabili, che nel nostro Occidente ormai fanno rabbrividire chiunque, sinistre, destre, terzi e quarti poli. Le donne e i dissidenti che animano il movimento di protesta “Donna Vita Libertà” lì in Iran sono donne e uomini sui cui corpi il potere islamocratico si accanisce, con l’appoggio operativo della magistratura iraniana.
Qui non possiamo rimanere con le mani in mano, le istituzioni e ogni potere dello Stato, dal legislativo all’esecutivo e al giudiziario, devono fare pressione internazionale affinché almeno nei procedimenti penali vengano rispettate le essenziali garanzie di difesa dei malcapitati, che si trovano a subire ideologiche imputazioni.
È ora di organizzarci per dire basta alle assurdità giudiziarie che le manifestanti e gli oppositori in Iran subiscono dalla nazi-magistratura iraniana, che utilizza la tortura per estorcere confessioni dai contenuti falsi e autoaccusanti, o che nega ricorsi e risarcimenti agli oppositori politici, ancor di più se donne.
Aggiornato il 13 dicembre 2023 alle ore 09:23