“La libertà e l’indipendenza del magistrato sono una grande conquista che sarà ribadita dalle riforme, ma la vera indipendenza è dentro di noi”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al plenum del Consiglio superiore della magistratura presieduto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il Csm, per voce del vicepresidente, Fabio Pinelli, “non mancherà di profondere il massimo impegno di leale collaborazione con il ministro e la sua struttura dicasteriale, imposta dalla Costituzione e disciplinata dall’articolo 10 della legge istitutiva del Consiglio”.
Visti i chiari di luna degli ultimi giorni, l’intervento del Guardasigilli appare distensivo. “A mio parere – spiega Nordio – la collaborazione tra Csm e ministro è la chiave per restituire al Paese una giustizia sempre più vicina ai bisogni della collettività. Troppo importante per chi vi parla è contribuire a rinsaldare il rapporto di fiducia della collettività nei confronti della magistratura, uno dei pilastri dello Stato di diritto. È questa una delle direttrici essenziali del disegno riformatore portato avanti dal Governo”.
Per il ministro, poi, “assicurare agli uffici giudiziari il personale e gli strumenti necessari è stata la priorità fin dai primi giorni in via Arenula. Garantire il funzionamento della giurisdizione, perché sia in grado di rispondere alla domanda di giustizia, è nostro primo dovere. La mia presenza, oltre a essere l’occasione di un doveroso omaggio all’alta istituzione che mi accoglie, intende riaffermare uno dei principi costituzionali che auspico possa connotare ogni segmento del mio servizio: la leale collaborazione”.
Tra le altre cose, Nordio rivela come i primi segnali sull’abbattimento dell’arretrato e la riduzione del disposition time dei processi, peraltro misure richieste dal Pnrr, siano incoraggianti “e anche se è necessario attendere risultati più consolidati, permettetemi di far giungere a ogni ufficio giudiziario e a ciascun magistrato il mio plauso per gli sforzi, e la responsabilità, con cui stanno contribuendo al perseguimento di tali obiettivi, ben consapevoli di come il Pnrr rappresenti un’occasione unica per il Paese”. Con la chiosa: “A questo mondo non vi è nulla di eterno, tranne le parole del Signore. Il resto è mutevole. E così è la Costituzione”. La Carta, se un domani dovesse essere modificata, “mai e poi mai vi sarebbe una soggezione anche minima del pm al potere esecutivo”.
Aggiornato il 01 dicembre 2023 alle ore 09:36