Grammatiche poco inclusive

Non saprei come definire quanto sta accadendo nel mondo progressista e liberal. Forse si tratta semplicemente di un cortocircuito lessicale o comunque qualcosa del tipo. In realtà, potrei pure parlare direttamente di ipocrisia. Fatto sta che gli stessi ambienti politico-culturali, scrupolosi fino all’inverosimile nel selezionare termini inclusivi, sostenibili, resilienti, equi e solidali nei confronti di tutte le minoranze – naturalmente tutte tranne la più piccola: ovvero l’individuo – in ossequio al politically correct imperante, poi, come se nulla fosse, adottano vocaboli decisamente fuori luogo per descrivere alcune realtà. L’ultimo esempio, tra i più lampanti: l’uso della parola “deportazione” per descrivere – anzi, per liquidare senza tanti fronzoli – l’accordo tra Albania e Italia riguardante la creazione a Tirana di centri di accoglienza di migranti diretti verso le nostre coste. Spazi extraterritoriali, sia chiaro, assoggettati alla giurisdizione italiana e, tra le altre cose, rispettosi della Convenzione europea dei diritti umani.

Ebbene, per parlare dei futuri trasferimenti dei migranti in questi luoghi ecco che i depositari della morale parlano, per l’appunto, di “deportazione”. E dato che le parole, al netto di quanto sosteneva Nanni Moretti in un suo film, o sono importanti sempre o non lo sono mai, parlare di “deportazione” fa pensare a tante brutte cose, ivi compreso quel corollario storico dell’orrore corredato da genocidi, soprusi e lager. Ecco, eviterei. Si può essere d’accordo o meno sul tipo di intesa pattuita tra Giorgia Meloni ed Edi Rama – io, ad esempio, lo sono – ma da qui a sfoderare espressioni grondanti di pregiudizi ideologici ce ne corre. Guai a chi dice sordo, cieco e zoppo. Guai perfino a chi non applica asterischi e vocali rovesciate, garanti del rispetto di genere. E poi, per criticare un accordo legale e riguardoso della condizione umana, scodellano un vocabolario allusivo al nazismo. Allora, fatemelo dire, più che intellettuali siete proprio delle persone diversamente intelligenti. Detto senza filtri: dei cretini.

Aggiornato il 13 novembre 2023 alle ore 10:46