Giubileo, programmazione delle opere e incapacità di Gualtieri

L’ex sindaca di Roma Virginia Raggi non aveva alcuna esperienza nella gestione della Pubblica amministrazione e, quindi, pur avendo dato vita a una esperienza completamente negativa nella gestione della città, aveva quanto meno come giustificazione la sua completa inesperienza. L’attuale sindaco Roberto Gualtieri (eletto il 21 ottobre 2021, cioè ormai da due anni), invece, dal 2014 al 2019 ha presieduto la Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, è stato ministro dell’Economia e delle Finanze dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021, nel Governo Conte II, infine dal primo marzo 2020 al 4 novembre 2021 è stato anche deputato. Quindi non riesco a capire la serie di errori comportamentali, non riesco a capire non tanto la oggettiva cattiva gestione della città ma, soprattutto, l’approccio seguito nella definizione e nella attuazione delle opere legate direttamente o indirettamente al Giubileo.

Coloro che leggono le mie note avranno sicuramente osservato che nel gennaio di questo anno il sindaco Gualtieri, in una delle sue sistematiche conferenze stampa, presentò il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) al cui interno erano presenti gli interventi essenziali e indifferibili per il Giubileo. Gli interventi contenuti in tale Dpcm erano 87 e avevano un valore globale di 1,8 miliardi di euro. A questo primo gruppo se ne sarebbe aggiunto un altro folto gruppo di 355 interventi dell’importo pari a 500 milioni del piano Caput Mundi presente nel Pnrr e subito dopo ci sarebbe stato un altro Dpcm, per azioni complementari. Insomma, sempre secondo quanto dichiarato dallo stesso sindaco, saremmo arrivati a un importo globale di circa 4 miliardi di euro. Ma, come al solito, a questo annuncio fece subito seguito una corsa a produrre dati e previsioni sia sulla spesa, sia sul numero di presenze, sia sui ritorni prodotti da tale operazione, davvero sconcertanti: oltre 35 milioni, forse 40 milioni, di pellegrini, il tasso di occupazione a Roma addirittura di 6 punti percentuali più alto di quello prodotto dal Giubileo del 2000 e il volume d’affari stimato superiore a 5 miliardi di euro. Riportai, sempre nel mese di gennaio scorso le 15 opere principali e improcrastinabili, il cui importo stimato è di 471,6 milioni di euro.

Queste – sempre secondo il Comune, le opere urgenti ed improcrastinabili e, sempre leggendo i comunicati stampa, emerse una elencazione di certezze che generò in tutti noi cittadini romani un grande ottimismo. Riporto solo a titolo di esempio alcuni dati: la frequenza sulla linea A della metropolitana sarebbe diventata di un convoglio ogni 3 minuti e 15 secondi, per la linea B sarebbe stato potenziato il servizio e per la linea C sarebbero diventate disponibili le nuove fermate di Amba Aradam e Colosseo e si sarebbero anche aggiunte nuove corse. Inoltre, come viene assicurato quasi ogni anno dal 1981 (data della Legge 17/1981), sarebbe stato completato l’anello ferroviario. Come i lettori delle mie note ricorderanno, sempre nel mese di gennaio precisai che non intendevo assolutamente inveire su questi annunci e su queste assicurazioni, né volevo mettere in dubbio sia la volontà a realizzare tali interventi o a garantirne la reale copertura. Ma, soprattutto per quelle opere ritenute urgenti e essenziali, sì per quelle riportate in tabella (vedi qui) e, a mio avviso, urgenti per mantenere la qualità urbana della Capitale a livelli minimi (cioè di città molto vicina alla soglia di megalopoli del sottosviluppo) – insisto urgenti indipendentemente dall’evento “Giubileo” come, solo a titolo di esempio l’acquisto di 755 bus – chiesi all’attuale giunta perché, appena insediata, non avesse provveduto a chiedere alla Cassa depositi e prestiti o alla Bei o a qualsiasi Istituto finanziario un prestito per avviare, subito, tali interventi. Un prestito che non avrebbe corso alcun rischio, in quanto l’evento Giubileo necessariamente avrebbe coinvolto lo Stato nella erogazione delle risorse. E, in modo dettagliato ricordai anche che, escluso l’acquisto degli autobus, gli altri interventi, quelli legati non alla realizzazione di una beautiful city ma quelli mirati a rendere davvero efficiente l’offerta delle reti di trasporto, come il completamento dell’anello ferroviario e gli interventi sulle reti metropolitane A, B e C il cui valore globale supera i 2,5 miliardi di euro, non sarebbero assolutamente stati pronti per il mese di novembre 2024, come giustamente richiesto dal Vaticano, cioè funzionali per l’avvio della ricorrenza giubilare.

La mia denuncia, purtroppo, ha trovato conferma nella presa d’atto che, a due anni dal suo insediamento, l’attuale giunta capitolina sta ormai effettuando proprio in questi giorni. Infatti, gli interventi inseriti nel progetto Caput Mundi, inserito nel Pnrr, rischiano di non rispettare la scadenza del 2026; cioè non vedremo mai le riqualificazioni che riguardano le Mure Aureliane, il Celio, l’ex Mattatoio. Sempre all’interno del Pnrr ci sono poi opere più complesse, come la riqualificazione delle sponde del Tevere o il restyling delle stazioni della linea A della metropolitana. In merito agli interventi del Progetto Caput Mundi, allo stato è sicura la partenza del restauro di una decina di fontane mentre i lavori su almeno 300 altri interventi sono, al momento, a rischio. La motivazione di questa inadempienza è legata al fatto che la Sovrintendenza capitolina, l’Ente attuatore di tale programma, lamenta da mesi carenze di personale. E sono, ripeto, a rischio anche la riqualificazione delle Mura Aureliane che dovrebbe portare alla nascita di un parco lineare, un museo diffuso presso l’ex Mattatoio, la sistemazione del Parco dell’Appia, del recupero delle Domus ecclesiae come l’ipogeo di via Lanza, la cappella di Sant’Ignazio al Convento Sant’Antonio alle Terme. Ma non solo gli interventi prima richiamati sono a rischio. Per ora, infatti, privi delle previste autorizzazioni interventi nel comparto dei trasporti sono quelli relativi alle nuove fermate sulla ferrovia Roma-Lido (Torrino e Giardino di Roma). Contestualmente, Rete ferroviaria italiana (Rfi) – a fronte di un investimento complessivo di 143 milioni di euro – sta predisponendo una nuova gara per la realizzazione della stazione Pigneto. Non si hanno invece notizie del parcheggio di Piazza Risorgimento, di quello previsto sul Lungotevere Castello, della riqualificazione di Piazza San Giovanni in Laterano.

Poi, sempre tra le risorse del Pnrr, vi è il progetto di restyling dei Fori Imperiali, un restyling che prevede un nuovo percorso archeologico. A tal proposito, il sindaco Gualtieri ha dichiarato: “È un progetto straordinario che oggi parte con questo concorso internazionale dove tutti i migliori architetti e urbanisti del mondo ci presenteranno delle soluzioni per realizzare una nuova passeggiata archeologica. Vorremmo realizzare tutto questo tra il 2025 ed il 2026 mentre tutto il programma operativo ha un orizzonte temporale con alcuni interventi che verranno già terminati prima del Giubileo”. Anche questo ultimo impegno solo teorico e inattuabile. Questa giunta ormai ha perso come detto nel gennaio scorso, una grande occasione: avviare, dopo 30 giorni dal suo insediamento, cioè nell’ottobre 2021, ripeto dopo 30 giorni, tutti gli interventi necessari per rendere (o tentare di rendere) la città più adeguata alle esigenze di un evento come il Giubileo; il Comune avrebbe così potuto contare su un arco temporale di oltre tre anni. Mi dispiace solo che la cabina di regia sul Giubileo, seguita dal sottosegretario Alfredo Mantovano e dal monsignor Rino Fisichella, abbia in questi mesi creduto in racconti e in assicurazioni completamente utopici forniti, in più occasioni, dall’attuale Amministrazione comunale.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 06 novembre 2023 alle ore 10:54