Il rischio attentati nell’Ue

Tempi più veloci per i rimpatri, tutelare i luoghi pubblici. “C’è un rischio enorme di un aumento della minaccia terroristica nell’Unione europea a causa della situazione in Medio Oriente”. Questo un passaggio di Ylva Johansson, commissaria Ue agli Affari interni, in un colloquio con il Corriere della Sera. Inoltre, ribadisce: “Potrebbero arrivare dei terroristi coperti dal flusso migratorio, ma a mio avviso il rischio maggiore è che persone già presenti qui, radicalizzate, possano commettere attentati. Al momento non vediamo grandi flussi migratori a causa della situazione in Medio Oriente ma potrebbero verificarsi”. A tal proposito, è importante “la nuova proposta sullo screening contenuta nel nuovo Patto sulla migrazione: fare uno screening di sicurezza a tutti quelli che entrano direttamente nell’Ue”.

Tornando al tema della radicalizzazione, per Johansson rappresenta un rischio tenendo conto degli individui che “vivono in modo illegale e non fanno parte della società, come il terrorista che ha commesso l’attentato a Bruxelles, che non è mai stato regolare. Ci sono problemi con i rimpatri. Chi non ha i requisiti per rimanere nel Paese deve tornare nel Paese d’origine, ma ancora molte persone non lo fanno”. Non solo: “Le procedure in molti Paesi Ue sono frammentate. Frontex dovrebbe dare sostegno agli Stati che fanno i rimpatri”. Da marzo, sottolinea la commissaria agli Affari interni, è in atto il nuovo sistema di informazione Schengen che prevede “che tutte le segnalazioni relative al terrorismo siano condivise con l’Europol”. Quest’ultimo “ha un nuovo mandato molto più forte e nuove risorse”. In più, “è importante proteggere i luoghi di culto e gli spazi pubblici”. E per la loro protezione sussistono “finanziamenti per gli Stati”.

Aggiornato il 26 ottobre 2023 alle ore 15:55