Nordio: “Il magistrato applichi la legge, no al diritto creativo”

“Quando vengo accusato di voler separare le carriere per portare il pm sotto l’ala protettiva dell’Esecutivo, rispondo che ho fatto per 40 anni il pm, per essere libero e indipendente”. Poi conferma che la riforma si farà, poiché è “nel programma di Governo”. Certo, non è una cosa che può materializzarsi dall’oggi al domani, in quanto richiede una revisione costituzionale e dei tempi che, giocoforza, non sono brevi. Ma allo stesso tempo “non è preordinata a sottoporre il pm al potere Esecutivo”. Così il guardasigilli, Carlo Nordio, durante un dibattito al Salone della Giustizia.

Sono diversi gli spunti offerti dal ministro. In primis, ricorda che “il magistrato deve applicare la legge: non c’è la possibilità di un diritto creativo o che il magistrato sostituisca la sua etica a un’etica metafisica”. In più, specifica: “Nel mio mondo ideale i politici non dovrebbero criticare le sentenze e i magistrati le leggi. Ma questo è praticamente impossibile – osserva – e forse non sarebbe nemmeno giusto, ma va fatto in modo contenuto. La contrapposizione che c’è stata tra politica e magistratura, a partire dagli anni Novanta, io cerco di attenuarla il più possibile”. Successivamente, ribadisce che l’abolizione dell’abuso d’ufficio rappresenta una “riforma epocale”, in quanto tale reato “costa alla nostra Amministrazione una negatività enorme”. Quindi con processi “lunghissimi” che poi “si concludono nel nulla”. Ma tale intervento non avrà alcun riflesso sulla lotta alla corruzione che “in Italia sarà sempre estremamente severa. A noi la Ue chiede un arsenale efficace contro la corruzione e noi l’abbiamo ed è il più ricco e severo d’Europa”.

Tra le altre, in merito agli obiettivi del Pnrr, il ministro della Giustizia dice: “Siamo sulla buona strada. La terza rata ci è stata concessa perché al ministro Fitto abbiamo dato la dimostrazione che sulla giustizia siamo nei termini”. Dopodiché, tocca il tema del sovraffollamento delle carceri e della possibile ristrutturazione di caserme dismesse, dove dovrebbero confluire i detenuti meno pericolosi. “La ristrutturazione costerebbe poco – commenta Nordio – e dovrebbe essere affidata agli stessi detenuti retribuiti, anche perché sarebbe un modo per riavviarli al lavoro”.

Aggiornato il 24 ottobre 2023 alle ore 18:33