Studenti contro Meloni: tensioni a Torino

Meloni a Torino non sei la benvenuta”. Questo il comitato di accoglienza per il presidente del Consiglio, ospite del Festival delle Regioni in programma nel capoluogo piemontese. Lo striscione viene portato da un gruppo di giovani davanti a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’università subalpina, dove si scorgono i manifestanti decisi a contestare Giorgia Meloni. Presenti attivisti del centro sociale Askatasuna, dei collettivi studenteschi contro il caro affitti, di Cambiare Rotta, del movimento No Tav e di Potere al popolo.

A metà mattina momenti di tensione nella città durante il corteo di protesta contro il premier. Il cordone parte da Palazzo Nuovo (dove poi terminerà la manifestazione), nel tentativo di raggiungere piazza Carignano. In via Principe Amedeo il contatto con il cordone delle forze dell’ordine. In via Lagrange, invece, lancio di uova all’indirizzo delle forze dell’ordine. C’è stata anche una breve carica da parte degli agenti. La Digos della Questura di Torino, secondo quanto appreso, identifica oltre 60 persone, tra cui diversi militanti del centro sociale Askatasuna. Gli autonomi, secondo gli investigatori, avrebbero coordinato i momenti violenti nel corso della manifestazione studentesca. I reati ipotizzati, così, vanno da resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, lancio di oggetti pericolosi e manifestazione non autorizzata. Quattro agenti dei reparti mobili della Polizia sono rimasti feriti nei disordini. Fonti tra i manifestanti sostengono che fra di loro si contano almeno un ferito e qualche contuso.

“Se le contestazioni sono dei centri sociali, lo considero perfettamente normale – confessa Giorgia Meloni – anzi, mi ricorda che sono dalla parte giusta della storia, se mi contestano quelli che insultano le forze dell’ordine e organizzano il racket delle occupazioni abusive”.

Venendo poi all’intervento al Festival delle Regioni, il presidente del Consiglio sottolinea che va tenuto saldo il legame con i territori, “per affrontare insieme le sfide che l’Italia ha davanti. Il Governo crede fortemente nella collaborazione fra i livelli istituzionali della Repubblica. Siamo consapevoli del fatto che nessuno può affrontare da solo questioni complesse: infrastrutture, sviluppo, ammodernamento della nazione”. E ancora: “Il Piano Mattei per l’Africa è un progetto strategico italiano, su cui puntiamo a coinvolgere Europa”. Senza dimenticare un aspetto: “È necessario portare avanti adeguati interventi strutturali, per non consegnare le chiavi del nostro sistema produttivo a Stati terzi”. L’obiettivo, insomma, è quello di cogliere le opportunità dalle crisi che si stanno affrontando. Un percorso sinergico, che tocca vari punti, come quello di “lavorare per restituire al Mediterraneo la sua centralità”. Una “scelta di strategia”, poiché “se il futuro è il tema delle materie prime, allora l’Africa non è un Continente povero, potenzialmente è un grande produttore di energia”. In più “lavoriamo a reti di collegamento”, come il “cavo sottomarino con la Tunisia. L’Europa si trova a dover fare i conti con questa realtà”.

Giorgia Meloni, inoltre, confessa: “A Palazzo Chigi, davanti alla sala verde, c’è un’altra sala in cui ci sono ritratti di tutti i presidenti del Consiglio. Beh, si sente addosso il peso della responsabilità che si porta sulle spalle nel guidare una nazione come Italia. Si è eredi di una storia straordinaria. Esserne all’altezza è difficilissimo – prosegue – non consente leggerezza, superficialità o personalismi”.

Sempre Meloni: “Abbiamo deciso di intervenire, riunendo sia le gestione del Pnrr sia i fondi di coesione, per avere una visione unitaria e strategica delle risorse che avevamo a disposizione”. Mentre Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, ricorda come gli Enti “rinnovano la propria disponibilità a lavorare con il Governo per la realizzazione degli investimenti prioritari del Pnrr e sono pronte a collaborare per una nuova stagione di politiche di semplificazione. È importante poter intervenire, soprattutto per quanto riguarda gli interventi strategici, in una revisione delle norme di natura penale, in particolare per quelle di natura ambientale. L’eccesso normativo su questo fronte ha portato a un percorso che ha favorito la burocrazia difensiva che si traduce in molti casi in un immobilismo”. D’altro canto, per Meloni la Zes (Zona economica speciale) unica è uno strumento per “ridurre il divario fra Nord e Sud, la considero una grande vittoria, una grandissima opportunità per il Mezzogiorno di competere ad armi pari col resto della nazione”.

In ultimo, Giorgia Meloni specifica che sulla sanità le risorse vanno spese bene e rimarca che con le toghe non ci sono scontri: “Semplicemente la magistratura è libera di disapplicare una legge del Governo e il Governo è libero di dire che non è d’accordo. La motivazione – va avanti – con la quale si rimette in libertà un immigrato irregolare con provvedimento di espulsione, dicendo che le sue caratteristiche fisiche sarebbero quelle che i cercatori d’oro in Tunisia considerano buone per i loro interessi, a me pare francamente una motivazione molto particolare. Quindi, dico quello che penso, perché ognuno ha una autonomia di pensiero sua, io ho la mia. È un tema che riguarda la sentenza specifica. Poi l’interpretazione di un attacco alla magistratura mi fa molto riflettere, perché penso di avere anche il diritto di dire che non sono d’accordo, se viene disapplicata una legge del Governo”.

Aggiornato il 03 ottobre 2023 alle ore 16:41