Meloni: “Un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale”

“Tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.

Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sui social interviene sulla questione migranti: “Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa”.

Poi l’affondo: “Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d'oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto”. Sempre il premier: “Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l'ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura”.

“L’Anm di Catania esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere Esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”: questa la posizione del presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Catania, Alessandro Rizzo.

“Quelle che abbiamo letto sono parole sbagliate per toni e contenuti e non sono consone ai rapporti tra magistratura ed Esecutivo – sottolinea – la magistratura esamina i ricorsi anche contro provvedimenti dell’autorità amministrativa e li decide sulla base delle leggi. Il fatto che una questione abbia significato politico, è vicenda di tutti i giorni. La magistratura si occupa spesso di cose che hanno ricadute politiche, ma ciò non può legittimare la convinzione che dietro le decisioni dei giudici ci siano motivazioni politiche e che la magistratura faccia politica. Se la legge prevede che certi provvedimenti, come quelli relativi alla restrizione della libertà degli individui, sono contestabili – va avanti – significa che il magistrato è libero nella sua determinazione di convalidarli o meno. Oppure pensiamo che le decisioni debbano essere tutte a senso unico?”.

Sul tema dice la sua pure Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Ha ragione Tommaso Foti quando afferma che l’immigrazione illegale è un nemico comune che tutti devono combattere, così come ha ragione Andrea Delmastro quando parla di espellere gli immigrati in carcere e fare scontare loro le pene nei Paesi di origine. Stiamo affrontando il problema strutturalmente – precisa – e con senso di razionalità ma se non si capisce, anche a sinistra, che l’immigrazione illegale è un problema, si crea un vulnus politico”.

“Quasi il 40 per cento della popolazione carceraria italiana è composta da detenuti immigrati che, ovviamente al netto dei Paesi in cui vige la pena di morte, possono espiare la pena nei Paesi di provenienza ed essere espulsi – aggiunge Antoniozzi – per fare questo, però, ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti e comprensione della necessità di affrontare la questione in chiave strutturale. Giorgia Meloni sta dimostrando attivismo e grande senso dello Stato: la stessa cosa si chiede ai leader di opposizione che devono guardare agli interessi nazionali con spirito collaborativo e non pensando di lucrare un voto in più soffiando sul fuoco della demagogia”.

Infine, la chiosa di Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato: “Come ha scritto il presidente Meloni, c’è una parte di Italia, sinistra e alcuni magistrati, che lavora per un’immigrazione fuori da ogni controllo e da ogni regola. Questo ci spinge verso un ulteriore impegno nella difesa dei confini e della legalità e per una lotta senza tregua ai trafficanti, che sono la causa di tante morti in mare”.

Aggiornato il 02 ottobre 2023 alle ore 16:31