Migranti, Fini: “La mia legge è datata, adesso va cambiata”

Blocco navale? È una battuta da elezioni”. Gianfranco Fini torna sulla scena, dopo mesi di silenzio e interviene sull’emergenza migranti. Il “padre politico” di Giorgia Meloni sostiene la necessità di cambiare la legge che porta la sua firma e quella di Umberto Bossi. L’ex presidente della Camera, in un’intervista al Fatto Quotidiano, spiega che “la Bossi-Fini aveva la stessa impostazione della Turco-Napolitano: il migrante economico ha diritto di permesso solo se ha un contratto di lavoro. Vent’anni dopo è cambiato tutto il panorama internazionale e il fenomeno migratorio si è trasformato. Oggi riguarda centinaia di migliaia di persone ed è dovuto a grandi fattori economico-sociali”. Fini ricorda: “Quando fu approvata la mia legge solo in pochissimi chiedevano l’asilo. Bisogna agire in un contesto sovranazionale. La mia legge prevedeva quote di ingresso regolari: portò a una sanatoria di centinaia di migliaia di migranti. Questo è il modello da seguire”.

Secondo l’ex leader di Alleanza nazionale, “la politica dovrebbe fare un ragionamento più ampio rispetto alla battuta giornaliera del blocco navale tipica di una campagna elettorale”. Inoltre, finché “si continuerà a ragionare secondo la logica degli Stati nazionali non si troverà una soluzione. Nessuno vuole prendersi parte dei migranti”. Secondo Fini, Giorgia Meloni “sta facendo il massimo e sta ottenendo il massimo in sede europea. Basti vedere al rapporto con Ursula Von der Leyen”. Fini lancia una stoccata al vicepremier leghista. “Il governo non è diviso. Ma quello di Matteo Salvini è un comizio, un tweet: sono affermazioni eccessive tipiche della campagna elettorale. Però poi non ci pensa a fare la crisi di governo”. Intanto, nel dibattito sui flussi migratori, si torna a parlare dell’Operazione Sophia. Si tratta della prima missione militare di sicurezza marittima europea nel Mediterraneo centrale lanciata nel 2015 e terminata a marzo 2019. Per Fini, l’Operazione Sophia, “che serviva per controllare gli sbarchi con le navi europee, funzionava a metà. C’erano resistenze degli Stati nazionali perché veniva mantenuto il Trattato di Dublino”. Sulla questione, secondo Fini, deve cessare la propaganda. “Se la campagna resta permanente in vista delle Europee non se ne uscirà mai. Con rischi ancora maggiori rispetto a ora: cresceranno forme di xenofobia e disagio sociale. Anche perché oggi l’emergenza è il controllo dell’immigrazione, ma poi come li integriamo?”.

Aggiornato il 20 settembre 2023 alle ore 16:07