“La riforma sarà un modello italiano che non svuoterà il Quirinale”. Maria Elisabetta Alberti Casellati ne è assolutamente convinta. In un’intervista a Repubblica, la ministra delle Riforme parla dell’iter del disegno di legge sul premierato. “Come ogni forma di revisione costituzionale – afferma – i tempi di messa a terra sono lunghi perché preceduti da un’importante attività di ascolto. In questi mesi le congiunture economiche e le emergenze hanno modificato continuamente l’agenda di governo, ma il grosso del lavoro è stato fatto e nelle prossime settimane il ddl approderà in Consiglio dei ministri”. Secondo l’ex presidente del Senato, “non possiamo più permetterci un sistema politico-istituzionale zoppo perché i continui cambi di governo rendono precaria ogni scelta. Il nostro programma elettorale prevedeva l’elezione diretta del presidente della Repubblica, ma mi sono indirizzata verso il premierato per arrivare a una maggiore condivisione possibile. Due sono i pilastri essenziali della riforma: stabilità dell’esecutivo ed elezione diretta del premier. Sarà un modello italiano perché adattato alla sensibilità e alle esigenze del nostro Paese in un sistema di pesi e contrappesi, che non svuoteranno le prerogative del capo dello Stato. Il suo ruolo resterà cruciale e insostituibile”. Rispetto alle critiche sulla riforma “sono francamente stupita. Da oltre 40 anni il paradigma interpretativo dominante per la nostra forma di governo è stato quello della crisi, della debolezza del sistema politico-istituzionale per cui tutte le forze politiche di centrodestra e di centrosinistra hanno tentato di modificarla. Il che fotografa l’unanime consapevolezza che il parlamentarismo disegnato dalla Costituzione non ha raggiunto l’obiettivo di garantire stabilità”.
Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati, sottolinea “l’esigenza di un nuovo e più moderno sistema istituzionale”. Il disegno di legge, “per come è stato costruito, seguendo un percorso di confronto e condivisione, può essere approvato rapidamente dal Consiglio dei ministri e consentire al Paese, dopo quasi 40 anni di tentativi poi risultati vani, di dare all’Italia una forma di governo più moderna e darle una stabilità che è necessaria per realizzare tutte le riforme che sono necessarie per metterla al passo con gli altri Paesi, da quella del fisco a quella del lavoro a quella più generale della burocrazia che ha frenato addirittura le ingenti capacità di spesa prevista dal Pnrr”. Anche secondo Russo, “la scelta del premierato e dell’elezione diretta non intaccano le prerogative del presidente della Repubblica, ma avranno certamente l’effetto di riavvicinare gli elettori alla politica, restituendo loro una scelta che spesso è apparsa come frutto di manovre di palazzo e, soprattutto, garantiranno una stabilità che serve a tutti, comprese ad aziende ed investitori stranieri”.
Aggiornato il 18 settembre 2023 alle ore 15:52