Dimissioni, De Angelis parla di “macchina del fango”

Marcello De Angelis si è dimesso. Ha lasciato l’incarico di responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. De Angelis è stato al centro di numerose polemiche. Esplose per aver scritto un post su Facebook in cui affermava di essere certo che le persone condannate per la strage della stazione di Bologna del 1980 fossero in realtà innocenti.

Al governatore Francesco Rocca non è rimasto altro da fare che accettarle con effetto immediato. “Prendo atto delle dimissioni di Marcello De Angelis dal ruolo di capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Lo ringrazio per il prezioso lavoro svolto finora e per il senso di responsabilità dimostrato”, ha dichiarato il governatore in una nota a margine della ricezione della comunicazione.

Nel ringraziare il portavoce, Rocca ha anche espresso la propria “gratitudine per aver messo al riparo l’Istituzione che presiedo dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato pubblicamente tutto il suo imbarazzo e orrore”. Nella sua nota, inoltre, il governatore tiene a ricordare che il contenuto di quel brano era “già noto quando in passato aveva ricoperto ruoli come quello di parlamentare e direttore di testate. Posso testimoniare in prima persona l’evoluzione della personalità di De Angelis”.

Un percorso, ha aggiunto il presidente della Regione Lazio, “di maturazione, di autoconsapevolezza e di trasformazione interiore. Sicuramente tutto questo non può cancellare il suo passato, ma ha forgiato e continuerà a formare il suo presente e il suo futuro”. Nella sua missiva, il responsabile della comunicazione spiega di essere stato “messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga”. Il riferimento è proprio alla strage di Bologna e alla sua esternazione che ha aperto il dibattito, per la quale, prosegue, “rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa”. Parla di “macchina del fango” nella sua lettera e di come questa possa “stritolare chiunque”.

Aggiornato il 30 ottobre 2023 alle ore 15:07