Terni, abbiamo un problema

Terni non esiste. Terni è un non luogo ignorato dai più che orbitano poco fuori dalla Marattana: già in Valnerina il nome della città è un alito di voce che soffia via lontano. È così, deve essere così. Altrimenti non si spiega come sia possibile che da una manciata di mesi a questa parte non sia emerso un “caso Terni”. La politica qui c’entra fino a un certo punto, dato che il livello del dibattito – utilizzo il termine decisamente a sproposito, lo so bene – si colloca in una dimensione surreale, a tratti dadaista. Eppure, non ne parla nessuno.

Sì, d’accordo, un lancio d’agenzia ogni tanto, utile a rimarcare il grottesco che, via via, si ripresenta sotto mentite spoglie a Palazzo Spada e nelle zone limitrofe, ma la cui eco non riesce a travalicare le montagne che circondano la città. E invece i media nazionali, qui, ne devono parlare. Perché non è possibile avere un primo cittadino che scambia l’Aula del Consiglio comunale alla stregua di un’arena gladiatoria; che non riesce a distinguere il codice civile dai suoi desideri personali; che non percepisce la ben che minima differenza tra la principale istituzione cittadina e il proprio salotto di casa.

Questa non è Destra, non è Sinistra e nemmeno Centro. È anarchia. Squallida per giunta. La cui epifania è stata causata da un “non so che” capace di impadronirsi di molti miei concittadini. Probabilmente, anzi, sicuramente ignari delle conseguenze delle loro azioni. Terni sta male, malissimo. Può diventare un cancro le cui metastasi politiche rischiano di erodere il tessuto civile di questa fetta d’Umbria e non solo.

Eppure, non se ne parla. Il Tg1, Bruno Vespa, che so, fosse anche la Domenica Sportiva. Ma parlate di Terni. Non solo di Stefano Bandecchi. Di Terni. Terni.

(*) Video pagina Facebook Radio Tele Galileo e Ansa

Aggiornato il 29 agosto 2023 alle ore 10:50