Visti da lontano: Gennaro Sangiuliano

Tra le sorprese, in positivo, nella compagine ministeriale del Governo di centrodestra, un posto di rilievo è da assegnare al ministro Gennaro Sangiuliano. Il titolare del dicastero della Cultura del Governo Meloni risulta essere, dalle rilevazioni effettuate dall’Istituto “Noto Sondaggi”, tra i ministri che riscuote i maggiori consensi degli italiani. Si contende il primato di gradimento con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.  Sangiuliano è riuscito, con intelligenza, a non farsi oscurare da un personaggio ingombrante come il suo sottosegretario, il professor Vittorio Sgarbi. Sangiuliano è nato a Napoli il 6 giugno 1962. Il suo curriculum professionale è di assoluta eccellenza. Si è laureato in giurisprudenza all’Università degli studi di Napoli Federico II, dove ha successivamente conseguito un dottorato di ricerca. Svolge, altresì, l’attività di docente esterno in diverse università. Giornalista professionista e scrittore è stato direttore: del quotidiano Roma, del Tg2 e vicedirettore di Libero.

Da ministro della Cultura del Paese che vanta oltre la metà del patrimonio artistico mondiale, culturale e archeologico del mondo, sta attuando una politica di valorizzazione, anche economica, delle nostre immense ricchezze culturali. La sua pacatezza e discrezione contrastano con un decisionismo che sta lentamente rivoluzionando un dicastero che è considerato strategico per l’economia del nostro Paese. Il turismo concorre per circa il 13 per cento del Pil italiano e occupa oltre il 12 per cento della forza lavoro attiva. La scelta riuscita di far pagare l’ingresso al Pantheon è stato un indiscutibile successo del ministro. Gli incassi che si stanno realizzando vanno oltre le più rosee aspettative. Vincente è stata la decisione di riunire i direttori generali a Ferragosto per l’apertura festiva dei musei e dei monumenti.

“L’Istituto nazionale di ricerche turistiche (Isnart) per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle camere di commercio” ha registrato 142 milioni di presenze nel 2022 dei quali circa 79 milioni italiani e 63 milioni di stranieri. Molti, erroneamente, pensano che i turisti stranieri scelgano l’Italia per la sua eccellente industria balneare. In realtà, la maggioranza relativa dei visitatori stranieri sceglie le vacanze nel Belpaese prevalentemente per il suo patrimonio artistico, culturale e per le città d’arte. Se, come sembra, il ministro Sangiuliano ha come obiettivo la valorizzazione economica del “petrolio” dell’Italia, le possibilità di sviluppo sono veramente significative. Quanti sono i beni culturali del Paese che per ragioni di carenze del personale o per motivi burocratici non sono fruibili per i visitatori con danni economici incalcolabili per l’Italia? Quanto potrebbe incidere sulla ricchezza prodotta dal Paese un maggiore sfruttamento dell’immenso patrimonio artistico-culturale in funzione dello sviluppo dell’economia?

Non ci vuole un genio per comprendere che se si attuasse una politica finalizzata a un uso appropriato delle bellezze culturali ne trarrebbero enorme beneficio: l’economia in generale e l’occupazione. Gli introiti potrebbero contribuire alla dispendiosa manutenzione del patrimonio unico di cui gode l’Italia. Un altro giornalista, Alberto Ronchey, che fu anch’egli ministro dei Beni culturali e ambientali del governo guidato da Carlo Azeglio Ciampi, (28 aprile 1993-10 maggio 1994) ebbe a promuovere la “Legge 14 gennaio 1993, n. 4 (Legge Ronchey). Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 14 novembre 1992, n.433, recante misure urgenti per il funzionamento dei musei statali. Disposizioni in materia di biblioteche statali e di archivi di Stato”. L’articolo 4 della Legge Ronchey prevedeva che, per assicurare l’apertura quotidiana, con orari prolungati, di musei, biblioteche e archivi di Stato, fosse possibile stipulare delle convenzioni con privati per servizi aggiuntivi offerti al pubblico a pagamento quali:

1) servizio editoriale e di vendita riguardante le riproduzioni di beni culturali e la realizzazione di cataloghi e altro materiale informativo;

2) servizi riguardanti i beni librari e archivisti per la fornitura di riproduzioni e recapito nell’ambito del prestito bibliotecario;

3) servizi di caffetteria, di ristorante, di guardaroba e di vendita di altri beni correlati all’informazione museale.

Mutuare la Legge Ronchey consentirebbe: lo sfruttamento da parte di privati del patrimonio artistico-culturale, un maggiore introito per lo Stato da canoni di concessione, la creazione di posti di lavoro per personale qualificato proveniente dalle scuole secondarie superiori e dalle università, la manutenzione delle strutture sotto il controllo delle autorità competenti. Consentirebbe, inoltre, l’ampliamento dell’offerta turistica in località, e sono tante, che nonostante abbiano siti culturali di assoluta bellezza, restano esclusi dai tradizionali itinerari turistici. Posti da visitare tutto l’anno e che potrebbero contribuire ad alleggerire il turismo di massa nelle città d’arte. Confidiamo nel pragmatismo del ministro Gennaro Sangiuliano!

Aggiornato il 29 agosto 2023 alle ore 11:14