Salario minimo: il giorno del vertice, Cacciari blasta la sinistra

È il giorno del vertice sul salario minimo. Ma le parti – Governo e opposizioni – sono lontane. Il centrosinistra, salvo sorprese, punterà a un salario parametrato alla media dei contratti nazionali con la soglia minima a 9 euro. Giorgia Meloni, a sua volta, non dovrebbe presentare una controproposta.

Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera dei deputati, intervenendo alla trasmissione Agorà di Rai Tre, nota: “Nel caso in cui, per paradosso, la soluzione a questi problemi fosse il salario minimo legale, cosa che a mio avviso non è, occorrerebbe comunque attestarsi su una proposta intermedia, che non sarà mai 9 euro l’ora. La soglia, per come l’opposizione ha posto il suo ragionamento, è ideologica”.

Mentre Claudio Durigon, sottosegretario Lavoro della Lega, in un’intervista al Corriere della Sera indica che stabilire “per legge una soglia minima di 9 euro lordi all’ora rischia di schiacciare verso il basso anche i salari mediani. Che invece vanno a loro volta difesi. È un compromesso al ribasso, noi puntiamo a fare di più e meglio. Non dimentichiamo che in Italia gli stipendi sono decresciuti negli ultimi 15 anni”. E ancora: “Un salario minimo per legge avrebbe un impatto sulla contrattazione collettiva, la depotenzierebbe. E quella soglia di 9 euro finirebbe per essere applicata anche in settori in cui il minimo è più alto”.

Di diverso avviso Antonio Misiani, senatore del Partito Democratico, che al Corriere della Sera spiega: “Vogliamo un confronto vero, non di facciata. Il salario minimo è previsto in 22 Paesi della Ue su 27. Abbiamo presentato una proposta concreta, chiediamo di entrare nel merito. Finora la Meloni e la maggioranza hanno fatto muro, fino ad arrivare a presentare un emendamento soppressivo che poi hanno evitato di votare, rinviando tutto all’autunno. Ora verificheremo se hanno cambiato linea”. E il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, annuncia: “No alle passerelle e no alle prese in giro: se Giorgia Meloni si presenta con un’apertura al nostro testo e, sulla base di quello vuole discutere, bene; se invece dovesse essere un incontro a vuoto, nel quale la premier ripresenta il suo no al salario minimo, allora meglio non prendersi in giro e rivedersi in Parlamento per votare la proposta di legge delle opposizioni: lì vedremo chi è a favore e chi è contro”.

Invece Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e responsabile dei Dipartimenti del partito azzurro, a L’aria che tira – su La7 – sottolinea: “La proposta di Forza Italia non è mettere un salario minimo, ma è far affermare quei lavoratori che lavorano ad esempio nel turismo o negli stabilimenti balneari, al contratto collettivo più vicino di categoria, per dare non solo un salario minimo adeguato ma anche un sistema di welfare aziendale che dia loro maternità, paternità, malattia. Si parlerà di questo a Palazzo Chigi. Auspico che se ne possa parlare senza posizioni precostituite, ma cercando tutti insieme di dare davvero un servizio ai lavoratori italiani”.

Intanto Massimo Cacciari, a In Onda, su La7, blasta la sinistra proprio sul salario minimo: “Pensare di poter stabilire i livelli salariali da parte dello Stato o che una politica dei governi possa stabilirli è ridicolo, patetico. I livelli salariali si sono sempre stabiliti con la contrattazione tra datori di lavoro e organizzazioni sindacali e l’Amministrazione pubblica”.

Aggiornato il 11 agosto 2023 alle ore 16:22