Alleanze Ue: quel cortocircuito tra Tajani e Salvini

Bisognerebbe pensare prima ai programmi. Però, nel botta e risposta a distanza tra Antonio Tajani e Matteo Salvini emerge, al momento, una divergenza di strategie in ottica Europee. Già, perché il tema delle alleanze Ue innesca un cortocircuito: al posto di un sano pragmatismo, viene fuori una visione che, per adesso, non trova punti di incontro.

Tajani, da par sua, nota: “Non c’è nessun diktat: con la Lega e Salvini non c’è nessun problema a fare un accordo. Ma come Fi e Ppe è impossibile fare un accordo con Afd e il partito della signora Le Pen, per un motivo molto semplice: sono due partiti antieuropeisti e non si può governare l’Europa con due partiti antieuropeisti”. Secondo l’ex presidente del Parlamento europeo, come riportato sul Corriere della Sera, “c’è una incompatibilità non solo con Forza Italia ma con la famiglia del Partito popolare europeo. Quindi né FI né il Ppe possono fare accordi con loro”.

Il leader del Carroccio, a margine dell’inaugurazione di due nuove fermate della M4 a Milano, rilancia: “Quindi il Governo e il centrodestra italiano esteso all’Europa, senza escludere a priori nessuno, senza dire di no a nessuno, altrimenti ci sarà l’ennesima maggioranza con la sinistra, con i socialisti, con Macron”. E puntualizza: “È semplicemente un’idea di Europa che coincide con quello che sta facendo il Governo italiano. Centrodestra in Italia, centrodestra in Europa. Mi domando come qualcuno di centrodestra possa preferire i socialisti”. Anche perché sul tema Salvini non è stato poi così sibillino: “Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti e non accetto veti sui nostri alleati”. Queste le sue parole nel colloquio con i vertici del Rassemblement National, Marine Le Pen e Jordan Bardella. Rimarcando: “L’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti. L’unico centrodestra presente in un grande Paese come la Francia siete voi”.

Intanto, Carlo Fidanza – capo delegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo – in un’intervista al Giornale nota: “È esattamente il “modello Meloni” a cui stiamo lavorando da tempo. Ecr oggi vanta tre primi ministri (Italia, Polonia e Repubblica Ceca, ndr) che rappresentano un quarto dell'intera popolazione europea. Abbiamo numeri destinati a crescere ovunque, in ogni elezione nazionale svoltasi in Europa negli ultimi mesi il centrodestra ha vinto. È chiaro che l’asse popolari-socialisti non regge più e anche molti liberali sono insofferenti”.

Aggiornato il 04 luglio 2023 alle ore 17:05