Case green, tra il salasso e la “dittatura” normativa

Da una parte l’obiettivo di dimezzare da qui a sette anni le emissioni nocive rispetto ai livelli 1990, per poi raggiungere la quota zero entro il 2050. Dall’altra, una direttiva dell’Ue la quale dice che ognuno di noi deve “ridurre” il proprio impatto energetico. Senza tenere conto “della peculiarità del luogo, viene calato tutto dall’alto. E questo, mi permetta, è una dittatura”.

Parole e musica di Lorenzo Balsamelli – esperto in diagnosi energetica degli edifici – che sono messe nere su bianco da Panorama nel numero di oggi: in un servizio firmato da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni viene fatto il punto sulle case green e su quanto potrebbero costare i lavori. Mentre Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, a margine dichiara: “Solo i burocrati di Bruxelles, e alcuni politici fuori dalla realtà, possono pensare di salvare il mondo imponendo obblighi assurdi… Se si vuole rendere efficiente il patrimonio edilizio dal punto di vista energetico – si legge su Panorama – la strada è quella degli incentivi, non delle imposizioni. E comunque in Italia abbiamo un’esigenza più impellente, ossia migliorare la sicurezza delle nostre case dal punto di vista sismico”. Tra le stime riportate, emerge che nel nostro Paese gli edifici residenziali sono quasi 12,5 milioni. Di questi, 7 milioni e 160mila risultano essere edificati prima del 1970. Inoltre, 11 milioni e 230mila hanno oltre 30 anni, cioè costruiti con tutti i crismi ma non sicuramente con quelli ecologici.

Prendendo una casa di 80 metri quadrati, secondo Balsamelli, volendo così cominciare dai serramenti per finestre e balconi, se vogliamo quelli con alluminio e vetro camera per consentire una riduzione della dispersione termica, “considerando due porte finestre, due finestre e almeno una finestra con battente, la spesa è intorno ai 25mila euro”. Un costo che, a quanto pare, non muterebbe per chi risiede in un condominio.

Andando al cappotto termico, cioè l’isolamento dell’edificio, ci troviamo davanti a variabili come l’altezza dell’appartamento. Sempre Balsamelli su Panorama, indica che per una villetta di 80 metri quadrati, con la necessità di “coibentare tutti e quattro i lati, la spesa potrebbe non essere inferiore ai 30mila euro”. In un condominio la situazione è più complessa: i prezzi, viene indicato, potrebbero superare i 200mila euro, da dividere tra gli inquilini (ed è pacifico pensare che qualcuno potrebbe storcere il naso). Una variante sul tema è la coibentazione dall’interno: 20mila euro (spesa minima) e passa la paura. Ma l’efficacia cala.

C’è poi il solare termico per l’acqua calda, con una spesa media per una famiglia di quattro persone che ruoterebbe intorno ai 10mila euro. Un investimento ritenuto “efficace”: un terzo della spesa, viene sottolineato, è assorbito dal combustibile per l’acqua calda, garantendo così un calo del 15 per cento della spesa (“stesso risultato del cappotto termico ma con un investimento molto inferiore”). Per quanto concerne il fotovoltaico, evidenzia Panorama, in un’abitazione autonoma di 80 metri quadrati l’impianto da 3 a 4,5 kilowatt potrebbe avere un costo tra i 4 e i 7mila euro. Denaro che potrebbe lievitare con l’installazione di un sistema di accumulo (tra gli 8 e 10mila euro). In un condominio, l’energia prodotta dai pannelli riguarda gli scopi condivisi, ovvero ascensore e luce del palazzo. Così il miglioramento di classe, per l’esperto, ha una utilità “pari a zero”. Inoltre, Balsamelli cita pure il caso del pannello sul balcone: “Un solo pannello assorbe l’energia di un frigorifero… In bolletta il frigorifero vale non più del 10 per cento”. Per quanto concerne la caldaia, il costo odierno è di 3500 euro, invece una centrale termica condominiale – viene rivelato su Panorama – ha un costo medio per famiglia di 3mila euro. Scegliendo il più efficiente impianto ibrido, la spesa può superare i 10mila euro.

Tirando le somme, Balsamelli rileva: “Una famiglia che vive in un condominio va incontro a una spesa minima tra gli 80 e i 100mila euro; chi vive in una villetta da 80 metri quadri viaggia tra i 100 e i 120mila euro”. Facendo una stima di un costo medio di 100mila euro, e mettendo nel novero alcune detrazioni fiscali “in dieci anni si possono recuperare un massimo di 50mila euro, ma non l’altra metà”. Questa difatti, diluita su un anno, raggiunge quota 5mila euro in 12 mesi, leggermente sopra i 400 euro ogni mensilità. “È come se l’Europa stesse chiedendo ai proprietari di casa – è riportato su Panorama – di pagare un affitto su ciò che si possiede per i prossimi 10 anni”.

Aggiornato il 21 giugno 2023 alle ore 09:53