Il presidente emerito della Corte costituzionale, Sabino Cassese, in merito alla diatriba del Governo con la Corte dei conti sul controllo concomitante, ha affermato: “Il Governo ha fatto benissimo a limitare i controlli della Corte dei conti”. Ancora, “tutta la cultura mondiale sui controlli dice che i controlli non possono essere fatti a tappeto, ma devono essere fatti a campione”.
Metodologia del campionamento, che è lo strumento tecnico-contabile adottato dai revisori legali che devono sindacare l’operato dell’organo amministrativo nelle società prima dell’approvazione del bilancio d’esercizio. Per contrastare la corruzione nella Pubblica amministrazione, l’antiriciclaggio e autoriciclaggio si sono stratificate nel tempo una serie infinita di norme che ostacolano l’attività delle imprese, permettono al burocrate di giustificare i ritardi e concorrono a terrorizzare gli amministratori degli enti locali. Le leggi pare siano concepite partendo dall’assunto che le aziende sono ipotizzabili corruttrici, il funzionario pubblico un concussore in pectore e le aziende che si occupano degli appalti pubblici possono essere inquinate dalle organizzazioni mafiose. Si parte dal presupposto che gli imprenditori, i pubblici dipendenti e le amministrazioni locali sono potenziali: corruttori, concussi, evasori fiscali e latenti fiancheggiatori della malavita organizzata, ovvero presunti colpevoli fino a prova contraria. C’è una aggravante che è quella della interdittiva antimafia, ovvero “un provvedimento amministrativo, emanato dal prefetto, di carattere preventivo avente l’effetto di escludere una impresa, colpita dalla interdittiva, di partecipare ad appalti pubblici ai sensi del decreto legislativo n. 159/2011”, meglio conosciuto come Codice antimafia. Il decreto legislativo si fonda sul principio: non sappiamo con certezza se l’impresa è infiltrata dalla mafia e quindi nel dubbio la stessa non può operare con la Pubblica amministrazione.
Mi domando, quali risultati potrebbe raggiungere la straordinaria struttura produttiva italiana se potesse competere ad armi pari con i diretti competitor europei e mondiali meno oberati da una burocrazia asfissiante? I controlli pertanto, in questo non fortunatissimo Paese, devono essere antecedenti, concomitanti e susseguenti. I controlli preventivi possono determinare l’esclusione di una impresa da una gara d’appalto. Quelli concomitanti o in itinere, de facto, determinano per il controllante una sorta di co-gestione. Quelli susseguenti che rientrano nella normalità sono previsti dalle norme giuridiche. Per le società di capitali sono previsti una pletora di controlli esterni (revisione legale), interni (auditing interno), la “adeguata verifica” e l’antiriciclaggio delegato alle banche. Per la Pubblica amministrazione, oltre ai controlli previsti per le società private, quelle a partecipazione pubblica (società in house), sussiste anche il “controllo analogo”. Se a tutti i controlli previsti si aggiungono le autority indipendenti e la magistratura contabile, sulla carta è quasi impossibile commettere illeciti.
Il Pnrr, che non è la soluzione di tutti i mali per il Paese come ci vogliono far credere, ha termini e modalità di applicazione così imperativi che già in condizioni di normali controlli incontrerebbe non poche difficoltà di “messa a terra”. Se aggiungiamo a tutti i vincoli di destinazione dei fondi, i ridondanti livelli di controllo, è facile prevedere che non tutti gli investimenti previsti saranno realizzati. Una selezione feroce degli investimenti (non soldi, comunque, da spendere che devono essere rimborsati con gli interessi) è più che opportuna. L’Italia ha le risorse e le competenze per far crescere il Paese anche senza “spendere” (solo per spendere) i prestiti ottenuti con il Next Generation Eu. Concentrare la gestione e quindi la responsabilità su come saranno impiegati i fondi del Pnrr, permetterebbe un migliore controllo ex post dell’operato dell’esecutivo senza ridondanti verifiche che necessariamente ne rallenterebbero l’operatività. Siamo al paradosso che parte dell’opposizione addebita all’esecutivo ritardi nell’attuazione del Pnrr e come soluzione auspica maggiore burocrazia!
Aggiornato il 09 giugno 2023 alle ore 10:58