Concorsi pubblici: le tappe del cambiamento

Una forma più moderna per le selezioni dei prossimi dipendenti della Pubblica amministrazione. È questo il sunto dell’emendamento del Governo al decreto relativo alla Pa approvato il 6 giugno alla Camera, unito al Dpr che sarà accolto oggi dal Consiglio dei ministri.

In primis l’obiettivo sarà quello di snellire le procedure, che saranno digitalizzate. Così su Rainews: “Dalla pubblicazione del bando, passando per le candidature fino ai risultati, tutto si svolgerà sul portale InPa.gov.it al quale gli aspiranti lavoratori dovranno registrarsi”.

La riforma dei concorsi pubblici, inoltre, ha in sé un altro aspetto: elaborati redatti in modalità digitale con la strumentazione che sarà fornita per lo svolgimento. La Commissione, a sua volta, deve garantire che il file salvato dal candidato non deve essere modificabile. In più, i dispositivi forniti per le prove scritte devono essere disabilitati dalla connessione alla rete Internet.

Infine, “niente più prove orali – si legge sul portale – almeno fino al 2026. Il cambiamento interesserà soltanto le figure non apicali ma sta già sollevando i primi dubbi, perché potrebbe esporre i candidati al rischio di una selezione non sufficientemente accurata”.

Sarà poi consentito l’accesso alle selezioni “anche alle persone titolari dello status di rifugiato che hanno diritto alla protezione sussidiaria, cioè al “diritto di asilo”, oltre che ai cittadini italiani e dell’Ue”. Possono partecipare ai concorsi pubblici pure i cittadini dell’Unione europea titolari del diritto di soggiorno o in possesso di un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo.

Aggiornato il 07 giugno 2023 alle ore 15:20