Tra Carlo Calenda e Matteo Renzi non sembrava una questione di come, ma quando. Il divorzio tra i due politici è stato a un passo dal compiersi, ma adesso in vista delle Europee i leader di Azione e Italia viva stanno provando a ricucire una pace last minute. Se non una pacificazione totale, almeno una tregua, per presentarsi coesi alle elezioni. E poi forse chi s’è visto s’è visto. I primi segni di disgelo sono arrivati dall’intesa su un documento unitario, sottoscritto al termine della riunione dell’assemblea del Terzo polo a Palazzo Madama. Per ora, sembra allontanarsi l’ipotesi di divorzio tra Azione e Iv in Senato. I due leader valutano l’ipotesi di una lista unitaria per le prossime elezioni Europee. Ma, c’è un ma. È stata inserita una clausola che lascia spazio di manovra – “autonomia” per usare le parole di Renzi e Calenda – alle due componenti. Il documento recita, segnale che i malumori non sono affatto stati dissipati, di rispettare i “principi di lealtà e correttezza” reciproca.
Calenda, dopo la trincea degli ultimi giorni, ostenta un vago ottimismo: “Sono molto soddisfatto. Si è deciso che in autonomia e nei tempi che serviranno per le Europee i partiti decideranno se ci saranno le condizioni, a partire da una leale collaborazione, per fare una lista unitaria alle Europee. I gruppi restano uniti”. Anche il direttore del Riformista appare soddisfatto, ma per questioni diverse da quelle commentate dal leader di Azione: “Capolavoro, Carlo ha fatto un passo indietro sulla lista unica, partita chiusa”. Ma il voto è lontano, e sull’ipotesi lista unica peseranno gli equilibri e i nuovi assetti tra Camera e Senato. Enrico Borghi, il “nuovo acquisto” direttamente dal Partito democratico, potrebbe prendere il posto di capogruppo al Senato di Iv, sostituendo Raffaella Paita, che a quel punto andrebbe alla guida del partito. Ma anche alla Camera potrebbe esserci un giro di poltrone. La riunione dei deputati è in calendario per stasera.
Aggiornato il 23 maggio 2023 alle ore 16:58