“Con metodi aggressivi e illiberali è stato negato il diritto di parola a una persona che era stata semplicemente invitata a presentare un libro nel luogo che dovrebbe essere il più aperto a ogni opinione: il Salone del Libro. Considerato che sono gli stessi che ogni giorno gridano al fascismo”.
Questo un passaggio di Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, in un’intervista apparsa sul Tempo, dove torna a parlare su quanto avvenuto l’altro giorno al Salone del Libro di Torino, dove doveva presentare una sua opera, “Una famiglia radicale”, ma è stata contestata da un gruppo di attiviste di Extinction Rebellion e Non una di meno. Roccella, nell’occasione, ha chiesto un confronto pubblico. Sul palco è salita una militante e ha letto un proclama.
Il ministro, a seguire, ha invitato i giovani a intervenire sul palco, per spiegare i motivi della protesta, chiedendo alle forze dell’ordine di non allontanare nessuno: “Non potrei accettarlo, perché io ho un passato in cui venivo portata via ai sit-in e non voglio che questo succeda”. A seguito dell’intervento dal palco dell’attivista, Roccella ha risposto: “Volevo un dialogo, tu hai fatto solo un intervento”.
Il direttor del Salone, Nicola Lagioia, ha spiegato: “È un gioco democratico e la democrazia contiene anche la contestazione, per cui non perdiamo questa occasione di dialogo. Mandate un vostro delegato a discutere con la ministra. Anche in politica si fa così. State manifestando pacificamente, adesso cercate un dialogo”. La leader del Partito Democratico, Elly Schlein, a In Onda ha notato: “In una democrazia si deve mettere in conto che ci sia il dissenso, sta nelle cose non riguarda mica solo chi sta al potere. Noi siamo per il confronto duro, acceso ma è surreale il problema che ha questo Governo con ogni forma di dissenso”.
Nel colloquio con il quotidiano, Roccella ha dichiarato: “Non ce l’ho con le contestazioni, che sono sempre ammissibili in democrazia, anche se per la mia storia ritengo la non-violenza un metodo irrinunciabile. Penso però che avrebbe dovuto esserci una condanna unanime nei confronti di quello che è accaduto; invece, a sinistra c’è stato un preoccupante silenzio, o peggio, il tentativo di rovesciare la realtà”.
Infine, la riflessione: “Ormai è un dato di fatto che gli attacchi alla libertà di espressione vengono da sinistra, e cioè proprio da quella parte politica che si professa paladina dei diritti, ma ha problemi a rispettare la libertà di chi la pensa diversamente. Gli episodi di intolleranza sono tanti, recenti e meno recenti: penso per esempio a quando si impedì a Papa Ratzinger di parlare all’università di Roma. Soprattutto, a differenza di quanto accade a destra, quando a sinistra si verificano episodi di questo tipo, non scattano gli anticorpi ma la difesa d’ufficio degli amici, di chi fa parte del proprio schieramento e del proprio ambiente. È successo anche stavolta”.
Aggiornato il 22 maggio 2023 alle ore 16:13