Non ci piace, in quanto garantisti sempre e comunque, gioire della condanna a tre anni, uno dei quali ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico, dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Il tempo è però galantuomo. Silvio Berlusconi deriso, nel famoso duetto tra la ex cancelliera Angela Merkel e il presidente Sarkozy, è ancora un protagonista assoluto della politica italiana e soprattutto, ex post, molti si sono dovuti ricredere sulle sue scelte in politica estera.

L’inimicizia con i nostri vicini d’Oltralpe è quindi datata. Il rapporto con i nostri “cugini” francesi è sempre stato conflittuale per ragioni d’interesse economico e geopolitico. In economia, gli imprenditori italiani da sempre sono stati in competizione con le aziende francesi nel settore delle eccellenze alimentari. Il terreno di scontro più evidente si è manifestato nel settore enogastronomico. Nell’agroindustria in particolare, dove i nostri imprenditori hanno surclassato i competitor francesi in comparti nei quali i francesi si consideravano leader. Le società francesi, invece, nei settori bancari, assicurativi e nelle utility hanno acquisito il controllo di importanti società italiane spesso con il colpevole silenzio di certa politica italiana. Quando, invece, le società italiane hanno cercato di acquisire importanti asset francesi come nella cantieristica, la politica francese si è messa di traverso ostacolandone l’acquisizione anche contro le norme europee. La sana competizione in economia è diventato feroce conflitto geopolitico con la presidenza Sarkozy. Il governo di allora presieduto da Berlusconi aveva instaurato un eccellente rapporto diplomatico con la Libia di Muammar Gheddafi che si era concretizzato nella firma, nell’agosto del 2008, del “Trattato di amicizia italo-libico” che aveva posto fine allo storico contenzioso con la nostra ex colonia. Accordo strategico, non gradito dal governo francese, in quanto aumentava l’area di influenza dell’Italia nella gestione delle immense riserve di petrolio e gas libico. Il presidente francese, insieme alla Merkel, ebbero a ironizzare sul presidente Berlusconi che cercava di contrastare l’egemonia franco-tedesca. Trovarono terreno fertile in Italia con l’appoggio dell’allora presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in funzione anti Berlusconi.

L’attuale contrasto politico con i francesi è la riproposizione di storici conflitti legati agli interessi geostrategici nell’area del Mediterraneo. I francesi sanno che la crisi dei migranti è la diretta conseguenza della politica insensata del loro ex presidente, che per ragioni legate a presunti finanziamenti illegali ottenuti da Gheddafi ha creato i presupposti per disastro libico. Il contenzioso con la Francia di Emmanuel Macron è a mio parere la continuazione della storica rivalità tra i due Paesi.

Aggiornato il 19 maggio 2023 alle ore 12:17