Secondo Paolo Zangrillo, “il merito è un valore irrinunciabile da cui dobbiamo partire per rendere attrattiva la nostra organizzazione, soprattutto per i giovani”. Il ministro per la Pubblica amministrazione, in un’intervista al Messaggero, è convinto che il merito significhi “poter esprimere i propri talenti, le proprie virtù, significa occuparsi del benessere delle persone. Su questo stiamo lavorando”. La Pubblica amministrazione “negli ultimi dieci anni, con il blocco del turnover, ha vissuto un grande impoverimento, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. L’età media dei dipendenti pubblici sfiora i 50 anni: 6 anni e mezzo in più rispetto al 2001. I nostri uffici – sottolinea – hanno visto un impoverimento di circa 300mila persone”. L’Italia “registra il dato più basso nel rapporto tra numero di residenti e lavoratori pubblici: il 5,6 per cento contro l’8,4 per cento della Francia, il 7,8 per cento dell’Inghilterra e il 6,8 per cento della Spagna”.
Per colmare questi buchi “abbiamo approvato in Consiglio dei ministri il Decreto-legge 44, all’esame della Camera dei deputati” con il quale “abbiamo previsto un piano di assunzioni di circa 3mila persone, due terzi delle quali per il comparto difesa e sicurezza. Numeri che vanno oltre al turnover per il quale abbiamo inserito circa 157mila persone nel 2022 e nel 2023 abbiamo come obiettivo quello di assumerne oltre 170mila. Sono 320mila dipendenti in due anni”. Tornando alla valorizzazione del merito, prima di tutto va rivisto “tutto il sistema di valutazione”, aggiunge. Il primo passo “che ho compiuto è stato proprio quello di mettere l’accento sul tema del merito nell’atto di indirizzo per i dirigenti delle funzioni centrali attraverso l’incentivazione della performance organizzativa e individuale. Dobbiamo ripartire dalle persone”. L’investimento più grande “che possiamo fare è sulle competenze. Trovo assurdo che il tempo medio dedicato alla formazione dai nostri dipendenti sia di appena un giorno pro-capite l’anno”. Un dato “insufficiente. Per questo è stata emanata una direttiva, che triplica il tempo medio dedicato alla formazione e che la lega a vantaggi professionali e percorsi di carriera”.
Aggiornato il 17 maggio 2023 alle ore 09:38