In Africa “l’Europa è rimasta indietro”. Però il Continente è strategico per l’Italia. Questo quanto ribadito da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nel corso di un punto stampa al termine della visita ad Addis Abeba.
Il premier ha sottolineato che “il lavoro” che sta “cercando di fare è accendere i riflettori su queste necessità”, ossia sostenere lo sviluppo dei Paesi africani. Il nostro Paese, per la leader di FdI, “può fare sicuramente la prima fila di questo lavoro, ma una cosa è farlo come Italia, e lo stiamo facendo con il nostro Piano Mattei, che presenteremo con una conferenza con questi primi ministri e presidenti, una cosa è che lo fa l’Europa nel suo complesso”.
Insomma, secondo Meloni aiutare l’Africa è strategica, “non solo perché siamo i dirimpettai, i vicini di casa”, ma anche perché “è un Continente che, differentemente dalla percezione che si ha, non è povero, in alcuni casi viene sfruttato e in altri non ha gli strumenti per tirare fuori le proprie ricchezze, ma di quelle ricchezze potrebbe tranquillamente vivere e prosperare”.
Ancora il presidente del Consiglio: “Noi abbiamo il problema dei flussi migratori e lo conosciamo bene, l’Etiopia è un Paese che oggi ospita oltre un milione di rifugiati: se queste nazioni non vengono sostenute in questo lavoro, strategico anche per noi, a cascata i problemi arrivano da noi. L’Italia lo capisce di più, perché siamo quelli più vicini in assoluto, ma io comincio a vedere un cambio di attenzione e percezione dell’errore che è stato fatto nel momento in cui l’Europa, un po’ indietreggiando, ha favorito la presenza di altri attori che chiaramente possono avere un approccio diverso dal nostro anche per questioni geografiche”.
Gestire flussi legali insieme ai Paesi africani, per Meloni, “è fondamentale. È il segnale che abbiamo tentato di dare quando nel Consiglio dei ministri che se ne è occupato, insieme a norme molto più dure sui trafficanti, abbiamo approvato anche un decreto flussi triennale…Abbiamo cercato di dare il messaggio che se queste nazioni ci aiutano a combattere la rete di trafficanti con la sua scia di morte, con gli interessi miliardari fatti sulla pelle della povera gente, noi diamo dei segnali non solo in termini di flussi regolari, ma anche di formazione”.
Infine, la riflessione: “Parlavo con il presidente della Somalia… Se noi decidiamo di scommettere sulla stabilizzazione, domani ci sarà un tema di ricostruzione e in Somalia hanno un problema di formazione nell’ambito delle costruzioni, anche dare una mano su questo come facciamo qui in Etiopia dove il 100 per cento trova lavoro credo sia l’approccio giusto”.
Aggiornato il 15 aprile 2023 alle ore 23:58