Santanchè: “Stop al far west degli affitti brevi”

Daniela Santanchè sostiene la necessità di cambiare le norme sugli affitti brevi. Sul tema servono nuove regole, perché “il far west deve finire”. La ministra del Turismo, intervistata dal Messaggero, ritiene indispensabile puntare su “una regolamentazione vera e stiamo anche aspettando ciò che elaborerà l’Europa”. La ministra spiega di avere “attivato un tavolo con tutte le associazioni di categoria, ascoltando le varie istanze”, e assicura: “Andremo a definire nuove regole”, con deroghe per i borghi, “dove non ci sono strutture ricettive e l’affitto breve è l’unica soluzione”. Ma serve prima “una mappatura, perché ad oggi non esiste” e “dopo che avremo una fotografia completa, interverremo”, precisa. Il turismo è in crescita, il rischio sono gli eccessi. L’overtourism “è un problema globale – contestualizza Santanchè – le persone che si muovono stanno aumentando in maniera esponenziale”. Ma, aggiunge, “non trovo che il numero chiuso possa essere una soluzione per salvaguardare le città d’arte”. La ministra invita ad alzare la qualità dell’offerta turistica. “Si è sempre pensato al numero di teste per dare i dati del turismo – dice – oggi dobbiamo pensare invece alla spesa media di ogni visitatore. E su questo i nostri numeri sono più bassi di altri Paesi europei. Ecco perché dico che bisogna alzare l’asticella, lo standard dei servizi”. Nel settore persiste la carenza di organico. “Sul fronte dei salari, insieme alla ministra del Lavoro Marina Calderone – annuncia Santanchè – stiamo cercando il modo di intervenire con un provvedimento di detassazione che riguardi notturni e festivi”. Mentre per la candidatura di Roma a Expo 2030, “bisogna lavorare con pazienza. Lo sta facendo il ministro Antonio Tajani, lo sto facendo io. Sono ottimista”.

Intanto, Confedilizia ha presentato a Daniela Santanchè un documento con alcune proposte sugli “affitti brevi” a partire da una “sistemazione della normativa vigente di riferimento”. Il documento prevede cinque punti. Nel primo punto si propone di ridurre a un unico adempimento “a carico del proprietario (o al gestore professionale del suo immobile), la comunicazione telematica alla Questura circa i dati e le informazioni normativamente richiesti con l’assegnazione di un codice identificativo o numero di registrazione”. Nel secondo punto, si chiede di “uniformare la normativa nazionale con le diverse normative regionali e comunali”. Il terzo punto prevede, per una maggiore trasparenza del settore e a garanzia degli inquilini l’attivazione del “Codice identificativo nazionale” (Cin), introdotto nel 2019, ma non ancora attivato. Gli ultimi due punti riguardano l’abrogazione di due norme. La prima è quella che permette al Comune di Venezia di limitare gli affitti brevi nel centro storico. La seconda quella che “trasforma obbligatoriamente in imprenditore il proprietario che intenda locare per periodi brevi più di quattro appartamenti”. Per Confedilizia la locazione deve considerarsi “imprenditoriale” solo “in presenza di fornitura di servizi, impiego di personale dipendente, utilizzo di un ufficio, organizzazione di mezzi e risorse umane, impiego di altri possibili fattori produttivi”.

Aggiornato il 11 aprile 2023 alle ore 20:54