Fisco, Maurizio Leo: “In malafede chi parla di regalo a evasori”

“Bisogna ridurre il carico tributario, rispettando le compatibilità finanziarie”. Lo sostiene il viceministro all’Economia Maurizio Leo, in un’intervista al Messaggero. Per l’esponente di Fratelli d’Italia, “tra le debolezze del Sistema Italia c’è sicuramente la scarsa attrattività per gli investimenti esteri e non c’è dubbio che il regime fiscale rappresenti uno degli ostacoli maggiori, ancorché non l’unico. La legge delega di riforma, che il Parlamento si appresta a esaminare, si pone, tra gli altri, l’obiettivo di rimediare a questo limite. Bisogna anche semplificare il sistema e dare certezze a chi guarda con interesse al nostro Paese”. In merito al meccanismo di concordato preventivo biennale e di “cooperative compliance” e sul dialogo permanente tra Fisco e contribuente Leo precisa: “In realtà stiamo pensando a un sistema più articolato, che va nella direzione di cambiare verso alla fiscalità del nostro Paese. Partiamo dai soggetti più piccoli, fino a 5 milioni di ricavi-compensi, ai quali si applicano gli Isa, gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale che, appunto, attribuiscono ai contribuenti un voto”.

Norme fiscali un regalo agli evasori? Chi lo dice o è in malafede o non conosce le norme del diritto penale tributario”, afferma il viceministro che poi spiega: “Immaginiamo che uno di questi soggetti abbia un buon voto Isa, pari a 8: l’amministrazione gli potrà proporre un patto – un’adesione 4.0, potremmo dire, che dovrà durare almeno un biennio – in modo che egli abbia la certezza della stabilità del suo rapporto con il fisco. Immaginiamo, invece, un soggetto con voto Isa basso, diciamo 3: con archivi informatici, banche dati, informazioni delle fatture elettroniche e tutto ciò combinato con analisi predittive e intelligenza artificiale, l’amministrazione potrà proporre anche a questo contribuente un’adesione 4.0, in modo che il suo voto Isa arrivi a un livello accettabile. Ebbene – sottolinea Leo – se questo soggetto accetta di pagare più di quanto pagava prima, anche lui riceverà in cambio semplificazioni, certezze e altre misure premiali”.

Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli chiede “che una parte del disegno di legge delega di riforma fiscale venga anticipato con un decreto legge per rendere immediatamente operative le ulteriori misure di incentivo fiscale per gli investimenti delle imprese e, conseguentemente, per sostenere l’occupazione”. In un articolo sui quotidiani QN, Patuelli sottolinea come l’iter parlamentare previsto dalle norme della legge delega sia lungo e complesso e bisogna invece “evitare una nuova recessione”. “Pur essendo una priorità inserita nel Pnrr, le nuove norme fiscali potranno entrare in vigore solo fra qualche anno, mentre è ora assolutamente inderogabile la necessità e l’urgenza di adottare e far entrare in vigore subito nuove norme” aggiunge. “Si tratta di una lotta innanzitutto contro il tempo: anche la Banca centrale europea ha recentemente autorevolmente sostenuto che sussistono rischi derivanti dall’indebolimento del contesto economico” che potrebbero creare difficoltà alle imprese, quando conseguentemente “vi sono i primi segnali di aumento del rischio di credito per le banche”.

Aggiornato il 03 aprile 2023 alle ore 16:37