Meloni: “Preferisco dimettermi che andare in Ue come Conte”

Giorgia Meloni ha attaccato direttamente Giuseppe Conte. Dopo le comunicazioni della premier in vista del prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo, il Senato ha detto alla risoluzione proposta dalle forze di maggioranza. Il voto è avvenuto con il sistema elettronico, ma senza registrazione. “Ho sentito dire – ha sottolineato Meloni – che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Non mi vedrete mai fare questo. Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5s erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi, ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva. Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere”. Secondo Meloni, “il primo banco di prova è il tema dell’immigrazione, a cui il nostro governo ha ottenuto che venisse dedicata gran parte del consiglio straordinario di febbraio. Siamo di fronte a un’emergenza che sta diventando strutturale, questa definizione è la più realistica fotografia”.

La presidente del Consiglio è tornata a parlare della tragedia di Cutro. “La mia coscienza – ha detto – è completamente a posto. Spero che sia a posto anche la coscienza di chi usa le morti di povera gente per fare propaganda”, riferendosi all’intervento della senatrice Tatjana Rojc, eletta con il Pd. “Lo voglio ribadire: prima di ogni ipotetico diritto a emigrare – ha continuato Meloni – ogni essere umano ha il diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. È esattamente l’aspetto che Europa e Occidente in questi anni hanno colpevolmente trascurato. All’indomani della disgrazia di Cutro ho scritto al presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio europeo e al Consiglio Ue. Per ribadire che non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, pericolo insito per viaggi organizzati da scafisti senza scrupoli. Le frontiere dell’Italia sono le frontiere dell’Europa”. Le indicazioni dell’Ue sanciscono “il principio del coinvolgimento degli Stati di bandiera delle navi Ong nelle operazioni Sar, che non devono più gravare solo sugli Stati di approdo. Gli Stati di bandiera che finanziano le Ong devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare assegna loro”.

La premier ha rivendicato con orgoglio l’obiettivo dell’esecutivo: “Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo”. Infine, Meloni si è rivolta alle opposizioni. “Criticate ferocemente il governo, me, le scelte che facciamo, i provvedimenti, le nostre eventuali mancanze ma, vi prego, fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia, perché questo fa la differenza”.

Aggiornato il 21 marzo 2023 alle ore 16:41