Crepe nel Pd, Terzo Polo e partito unico

L’ala riformista in cerca di una nuova identità, o di una nuova casa. La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico sposta l’asse a sinistra. Con conseguente mal di testa per il fronte interno moderato. Che fine farà questo plotone?

Una risposta più chiara si avrà su come la neo-segretaria si muoverà su alcuni temi cruciali, a cominciare alla politica estera. Di certo, una svolta verso posizioni più radicali non potrebbe che aumentare le crepe nell’alveo dei dem. Chiaramente, è già cominciata l’operazione per ricucire gli strappi. Ma è evidente che chi, adesso, è in posizione minoritaria non può aspirare, da qui a un futuro non troppo lontano, di avere voce in capitolo.

Una situazione che dire ambigua è un eufemismo. Il Terzo Polo sta alla finestra. E, valutato tutto, è pronto a convogliare i dissidenti dem. Oltre a caldeggiare l’idea, che è qualcosa di più, del partito unico. Un soggetto nuovo, che dovrebbe sorgere in autunno. E che, a sua volta, inevitabilmente porterà a una discussione interna. 

Intanto Matteo Renzi, intervistato da La Stampa e Il Messaggero spiega che il Terzo Polo la partita si gioca alle Europee. E per il partito unico insieme ad Azione, “Calenda ha proposto un percorso dal basso che termina in autunno. Ci sto”.

Su una sua veste come leader del partito unico, nota: “Mi sono ritagliato un ruolo da padre nobile. E mi ci trovo benissimo. Se qualcuno vorrà candidarsi, è giusto che si senta libero di farlo, anche se per me Calenda sta lavorando con grande impegno e non vedo ragione di aprire questa discussione adesso” (ci sarà da attendere un “Carlo, stai sereno?”).

Renzi, comunque, già pensa a dei nomi dal mondo Pd: “Sono i nomi che ho conosciuto nei circoli e che da domenica sera mi scrivono che non possono stare in questo Pd... noi non ci stiamo preparando alla campagna acquisti, ci stiamo preparando per la campagna elettorale. Alle Europee faremo la differenza”.

Aggiornato il 01 marzo 2023 alle ore 17:09