Cuba: libertà sessuali e tirannia politica

La parlamentare cubana Mariela Castro, già presidente del Cenesex (Centro nazionale cubano di educazione sessuale), è in Italia fino al 25 febbraio per farsi promotrice di un’iniziativa patrocinata dalla ambasciata cubana a Roma in collaborazione con Anpi, Arci culture solidali Liguria e Arcigay, al fine di sensibilizzare la popolazione sulla questione di genere, mettendo a confronto l’Italia con Cuba. È quanto si apprende da un comunicato stampa del movimento di opposizione cubano “Las Guerreras”.

Secondo il suddetto movimento, appare “piuttosto singolare che la figlia di un regime dittatoriale venga in un Paese europeo a parlare di diritti e ideologie libertarie”. Proprio per questo Las Guerreras “intende attuare una serie di manifestazioni contro la presenza di Mariela Castro in tutte le piazze d’Italia in cui essa andrà a propagandare le sue false dottrine politiche, prive di democrazia ma assolutamente riconducibili ai pilastri delle dittature dell’America Latina”.

Al Movimento fa eco anche Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del dipartimento Tutela vittime di Fratelli d’Italia secondo la quale “l’arrivo in Italia di Mariela Castro, figlia del dittatore Raul e nipote di Fidel, per rilanciare l’agenda gender, è un goffo tentativo per nascondere a livello internazionale le violazioni dei diritti umani a Cuba. Recentemente, infatti, è stato approvato a Cuba il nuovo Codice di famiglia, che rappresenta una mossa disperata, da parte del regime comunista, di nascondere le violazioni delle libertà e le violenze sulla popolazione perpetrate dal regime castrista. Il codice, che legalizza la maternità surrogata, il matrimonio ugualitario e l’adozione per singoli e coppie omogenitoriali, ha aperto le porte all’ideologia gender nell’isola caraibica. Tuttavia, i diritti civili non possono precedere i diritti umani”.

“Prima di tutto – insiste – uno Stato dovrebbe garantire i diritti dell’essere umano, e se non lo fa, non possiamo dire che rispetti anche i diritti civili di un omosessuale, lesbica o di qualsiasi altra condizione. Mariela Castro, che lascia a casa il peso di oltre mille prigionieri politici, vorrebbe insegnare con grande ipocrisia all’Italia ciò che Cuba non ha mai avuto: la libertà di espressione, di manifestazione, il diritto politico di votare ed essere votato, il diritto ad opporsi a un regime spietato e sanguinario. Saremmo, infine, curiosi di sapere – termina – con quali soldi questo tour viene finanziato, visto che il Governo cubano in questi giorni ha ufficializzato con risoluzione ministeriale che non pagherà tutte le pendenze per fornitori cubani e stranieri nel settore del turismo a far data dal 30 novembre 2022”.

Insomma, “lo Stato cubano è in default, ma la deputata Mariela Castro trova i soldi per fare un viaggio all’estero e, probabilmente, con le esigue rimanenti casse dei contribuenti cubani”.

Aggiornato il 21 febbraio 2023 alle ore 09:47