Sciopero dei benzinai: è bagarre

“Per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio”.

Questa la nota con la firma di Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio.

Allo stesso tempo, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, in merito allo sciopero dei benzinai ha commentato: “È un loro legittimo diritto”. Mentre, al Corriere della Sera, ha osservato: “In campagna elettorale abbiamo sostenuto la necessità di una riforma fiscale che facesse riferimento all’intera tassazione diretta e indiretta, per rendere più equilibrato il sistema fiscale a favore di famiglie, professionisti e imprese”. Non solo: “Con la legge di Bilancio il Governo ha fatto una scelta precisa, destinando 21 miliardi contro il caro bollette. Allo stesso tempo, considerati i prezzi molto bassi di gas e petrolio, ha valutato che poteva essere sospesa la misura, temporaneamente assunta dal passato governo, di taglio delle accise. Nessun aumento stellare – ha insistito – la media dei prezzi non è salita neanche del valore delle accise. I dati diffusi martedì dal ministero dell’Ambiente indicavano una media nazionale di 1,81 per la benzina e 1,86 per il diesel. I prezzi resi pubblici formalmente dal mio dicastero rendono evidente che a livello nazionale non si sono registrate anomalie generalizzate. Solo casi specifici, su cui abbiamo ritenuto necessario intervenire prontamente a protezione dei cittadini. Nel libero mercato – ha evidenziato – c’è il dovere della trasparenza per evitare ogni abuso. Sono convito che l’operazione trasparenza avviata dal Governo per i prezzi e i controlli sarà efficace. Ogni distributore dovrà esporre il prezzo medio nazionale, calcolato giornalmente, della benzina e del gasolio. In questo modo i cittadini potranno verificare e valutare”.

Intanto, nelle prossime ore l’Esecutivo “in una delegazione con me e i ministri proponenti del decreto legge che riguarda il settore, incontrerà i sindacati del settore, per ascoltare le loro ragioni e confrontarle con le misure che il Governo intende adottare e ha adottato”: così ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano.

“Da ex ministro dei Trasporti dico sempre che lo sciopero è l’ultima strada – ha raccontato Maurizio Lupi, capo politico di Noi Moderati – generalizzare è un errore, vale per i politici che sbagliano come per i benzinai e per qualsiasi altra categoria. Per questo credo che vada colpito, se c’è, chi specula e non tutta la categoria che offre un servizio pubblico importante. Quindi, mi auguro che i benzinai non facciano sciopero, come mi auguro che comprendano la giusta strada che il governo sta seguendo: la trasparenza è sempre uno degli elementi più importanti che dà solo vantaggi, al consumatore ma anche agli operatori che fanno il loro dovere”.

Postilla polemica sui social del leader di Italia Viva, Matteo Renzi: “Il Governo che dà la colpa ai benzinai degli aumenti decisi dal Governo stesso in legge di Bilancio è il segno di come funzionano le cose nel mondo di Giorgia: lei combina danni e poi passa il tempo a dare la colpa agli altri. Smettetela con gli alibi e iniziate a governare, se vi riesce”. Secca la replica di Guido Liris, senatore di Fratelli d’Italia: “Fa sorridere il senatore Matteo Renzi che accusa il presidente Giorgia Meloni di incoerenza. Se c’è qualcuno che deve farsi un esame di coscienza in queste ore è proprio lui, che sta dimostrando scarsissimo senso delle istituzioni e un cinico utilitarismo politico, sfruttando una contingenza economica sfavorevole a livello internazionale per attaccare l’attuale Esecutivo sul tema dei carburanti. Le sue sterili accuse che vogliono parlare alla pancia degli italiani gli hanno fatto cadere la maschera: Renzi si sta comportando come l’ultimo dei Cinque Stelle. E questo la dice lunga sulla coerenza di chi per una vita ha affermato di voler combattere il populismo”.

Aggiornato il 12 gennaio 2023 alle ore 15:51