
“Ringrazio il presidente della Polonia, Andrzej Duda per le parole di apprezzamento espresse nei miei confronti. Sono convinta anche io che Italia e Polonia possano e debbano rafforzare la loro collaborazione per difendere insieme i nostri comuni valori e la sicurezza europea”.
Così, su Twitter, Giorgia Meloni in riferimento alle parole del presidente polacco (“anche noi crediamo che il sistema dei valori sia importante. Ci accomuna la politica della famiglia, base della prosperità”). Sulla leader di Fratelli d’Italia ha detto la sua anche Fausto Bertinotti, ex numero uno di Rifondazione comunista ed ex presidente della Camera, che in una intervista a Qn l’ha definita “capace” e “intelligente… Condizioni preliminari per governare, ma non è da questo che si rivelerà il suo profilo futuro. Ma da come affronterà il Governo… per sapere che destra sarà dovremo attendere che si definisca sulla scorta dell’esperienza di Governo”. Sulla sinistra, invece, Bertinotti è andato giù duro: “È scomparsa, fagocitata da un assetto moderato, il centrosinistra di prodiana fonte… Il Partito Democratico si è annegato nella governabilità che ha formato una costituzione materiale, un assetto dei gruppi dirigenti e un modo di essere che lo rende irriformabile… Penso che sia la sinistra ad avere abbandonato il popolo, che si è disunito”.
Mentre Mario Draghi, in un saluto ai giornalisti a Palazzo Chigi, ha riferito che in 20 mesi ha imparato troppe cose – “è stata un’esperienza straordinaria di cui sono straordinariamente contento. Finisce in modo molto soddisfacente. Tutti noi abbiamo la buona coscienza del lavoro fatto” – è iniziato il conto alla rovescia per le consultazioni al Quirinale, che si apriranno domani. Sergio Mattarella sentirà al telefono l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano. A seguire, incontrerà alle 10 il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Alle 11, invece, sarà la volta del presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Alle 12 e alle 12,30 saliranno al Colle i gruppi Per le Autonomie e Misto del Senato. Dalle 16 alle 19, ogni trenta minuti, gli incontri con il gruppo Misto della Camera, la componente Verdi-Sinistra, i gruppi di Azione-Italia Viva, del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico. Venerdì, alle 10,30, Mattarella riceverà in un’unica delegazione i gruppi parlamentari della coalizione di centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. L’appuntamento concluderà le consultazioni.
Intanto il Senato e la Camera hanno eletto i propri uffici di presidenza per la XIX legislatura.
SENATO
– vicepresidenti: Mariolina Castellone (M5S), Anna Rossomando (Pd), Maurizio Gasparri (Fi) e Gianmarco Centinaio (Lega);
– questori: Marco Meloni (Pd), Antonio De Poli (Noi Moderati) e Gaetano Nastri (FdI)
– segretari d’aula: Antonio Iannone (FdI), Erika Stefani (Lega), Marco Silvestroni (FdI), Andrea Paganella (Lega), Gianpietro Maffoni (FdI), Pietro Lorefice (M5S), Valeria Valente (Pd), Marco Croatti (M5S).
CAMERA
– vicepresidenti: Fabio Rampelli (FdI), Giorgio Mulè (Fi), Anna Ascani (Pd), Sergio Costa (M5S);
– questori: Paolo Trancassini (FdI), Alessandro Manuel Benvenuto (Lega), Filippo Scerra (M5S);
– segretari d’aula: Fabrizio Cecchetti (Lega), Chiara Colosimo, Giovanni Donzelli e Riccardo Zucconi (FdI), Annarita Patriarca (Fi), Gilda Sportiello (M5S), Roberto Traversi (M5s) e Chiara Braga (Pd).
Dall’altro lato, invece, sono volati stracci. I capigruppo del Terzo Polo di Senato e Camera, Raffaella Paita e Matteo Richetti, in una nota congiunta sono sbottati: “Apprendiamo dalle agenzie che sarebbe in corso una riunione tra Pd, M5S e Terzo polo. Siamo alla fantascienza: non ci hanno mai invitato ad alcun tavolo, non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di dialogo altrimenti, come detto pubblicamente, ci saremmo resi disponibili. È l’ennesima conferma che è tutto un bluff e che continua la spartizione di poltrone da parte dei ritrovati alleati. Noi confermiamo che non parteciperemo al voto sulle vicepresidenze delle Camere”. Il leader di Iv, Matteo Renzi, ha rincarato la dose: “Pd e M5S ormai sono una coppia di fatto. Ci hanno escluso dalle vicepresidenze, violando una regola del Parlamento che vuole che tutte le opposizioni siano rappresentate. Bene, noi non saremo in Aula e andremo dal Presidente della Repubblica”.
C’è poi aperto il discorso sulla formazione del prossimo Esecutivo. Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, ha ammesso: “Si potrà dire a che punto è il Governo solo quando il presidente Mattarella lo avrà incaricato dopo le consultazioni. Se dovessimo avere un Governo entro la settimana prossima, sarà uno di quelli realizzati in maniera più rapida, rispetto a quelli degli ultimi anni. Sarà un buon risultato e in linea con quello che hanno scelto gli italiani… La fiducia? Possibile martedì”. Sempre Lollobrigida ha puntualizzato: “La nostra posizione internazionale è talmente salda e netta che non può essere incrinata dalle dichiarazioni degli alleati. Io giudico solo dalle azioni concludenti, non dalle dichiarazioni inconcludenti. A differenza del Pd, che si è alleato con Fratoianni, da noi l’alleanza internazionale è un discrimine fondamentale. Ci siamo alleati sulla base di un accordo chiaro”. Intervento, questo, arrivato per frenare la palla scaturita dalle parole di Silvio Berlusconi (in un audio pubblicato in esclusiva dall’agenzia di stampa LaPresse, intercettato nella riunione con i parlamentari forzisti in occasione delle elezioni dei capigruppo): “Ho riallacciato un po’ i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto. Nel senso che per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e una lettera altrettanto dolce. Sono stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici”. Sull’immediato il coordinatore nazionale degli Azzurri, Antonio Tajani, aveva specificato: “Le bottiglie di Putin in regalo a Berlusconi per il compleanno? Roba vecchia, del 2008”.
In serata, su Facebook, Giorgia Meloni è intervenuta senza lasciare troppo spazio alle interpretazioni: “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara. Intendo guidare un Governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell'Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del Governo, a costo di non fare il Governo. L’Italia, con noi al Governo, non sarà mai l’anello debole dell’Occidente, la Nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori. Rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale Governo. La prima regola di un Governo politico che ha un forte mandato dagli italiani è rispettare il programma che i cittadini hanno votato”.
Aggiornato il 20 ottobre 2022 alle ore 09:40